La nostra giornata è sempre complessa, come quella di qualsiasi famiglia. Facciamo molte cose e la sera ci ritroviamo piuttosto stanchi. Oggi sono le 18.00 e, come ormai da alcuni anni a questa parte, ci stiamo recando a Padova per un incontro con altri fratelli della Comunità. Donatella è venuta a prendermi al lavoro. Dobbiamo percorrere una cinquantina di chilometri e, durante il viaggio in auto, ci raccontiamo com’è andata la giornata, come facciamo da sempre.
All’inizio della nostra storia di sposi, ci lamentavamo spesso che “qualcosa ci mancava”, provavamo una sorta di noia, una ricerca di senso senza trovarlo. Ci ripetevamo spesso: “vorremmo conoscere persone che desiderano quello che desideriamo noi, che vogliono vivere esperienze significative come quelle di cui sentiamo bisogno noi”.
All’epoca eravamo ancora lontani dalla fede, non ne avevamo mai fatto esperienza. Tutto è cambiato qualche anno dopo, quando abbiamo conosciuto la Comunità. Una domenica, durante un incontro, abbiamo capito che quel Dio che non riuscivamo a vedere, che non riuscivamo a toccare, che non ci parlava… potevamo invece vederlo, toccarlo, ascoltarlo nella relazione fra noi due, bastava solo volerlo. Questa scoperta ci ha donato una nuova consapevolezza come coppia.
Ora ci è molto chiaro come Dio ci ha guidati in questa ricerca. E ci è chiaro perché stiamo andando a Padova con tanto entusiasmo, nonostante la giornata di lavoro: andiamo a incontrare l’equipe di cui facciamo parte per preparare il corso di discernimento per coppie di sposi.
La nostra equipe è composta da tre coppie e un missionario, abbiamo iniziato ad accompagnare il gruppo alcuni anni fa. Lavorare e progettare insieme permette di conoscersi più in profondità, di condividere idee ma anche i propri modi di essere, di imparare ad ascoltare e a guardare l’altro per il dono che è, di condividere non solo il lavoro di equipe ma anche il cammino di ciascuno.
Un tempo eravamo abituati a prendere decisioni da soli, mentre ora non ci capita più: anche quando non ci incontriamo, ci viene sempre la voglia di confrontarci, anche solo con una telefonata o un messaggio. Percepiamo che anche questa semplice volontà di fare insieme, di decidere insieme, è comunione. Ma non solo. Attraverso le diverse vicende che viviamo come coppia e come equipe, abbiamo compreso pienamente cosa significa provare gioia per la gioia dell’altro ed esserci quando l’altro ha bisogno di te.
Il sacramento del matrimonio non è una magia che Dio fa o ti dona per vivere meglio, anche se è vero che Dio vuole sempre il nostro bene. Il sacramento matrimoniale ci ha fatti diventare una sola carne pur restando due, normali e imperfetti, uomo e donna. Tante volte abbiamo lasciato che le nostre imperfezioni ci togliessero la gioia dell’incontro e spesso abbiamo visto accadere lo stesso tra coppie di conoscenti e amici. Ma davvero, il matrimonio non è una magia: è un cammino che inizia ogni mattina per finire insieme la sera. Tutto questo diventa sacramento e ci permette di andare, come sposi, nel mondo.
Diventare una sola carne significa, infatti, anche allargare questa dimensione agli altri, condividere quel che si è. Per questo ci troviamo in auto diretti a Padova per l’incontro. Se non fosse così, la nostra equipe sarebbe come un qualsiasi gruppo di lavoro e, probabilmente, questa sera non avremmo tanta voglia di fare così tanta strada, vista la stanchezza della giornata.
E invece è bello ritrovare negli altri la stessa ricerca, condividere la stessa scoperta e la stessa gioia. È quello che ci aspettiamo in occasione della prossima giornata di incontro per coppie: sarà bello vedere nei loro volti la gioia di chi cerca Dio. Quando andiamo a far visita a qualche singola coppia del gruppo, siamo felici di sentire che hanno riconosciuto, più di una volta, il passaggio di Dio nella loro vita. Papa Francesco ci dice di uscire e di farci prossimi. Così facendo è inevitabile incontrare gli altri e vivere una meravigliosa esperienza di bene, di fraternità e di comunione.