Marina Marcolini, docente universitaria e scrittrice, offre una riflessione per continuare a celebrare l’anno dedicato alla Laudato si’
Sabato 30 gennaio si è tenuto il primo di un ciclo di incontri organizzato dalla nostra Comunità sull’enciclica Laudato si’, con relatrice la docente Marina Marcolini. Basterebbe leggere o scorrere i titoli dei capitoli e dei paragrafi dell’enciclica di Papa Francesco per capire perché Marina Marcolini ha dato all’incontro il titolo Bellezza e urgenza della Laudato si’.
La bellezza non è riferita tanto allo stile letterario semplice e concreto di Papa Francesco. Il bello della Laudato si’ sta nel suo contenuto: l’Enciclica condensa il meglio della riflessione sull’ecologia dagli anni ’60 in poi.
La cura della casa comune
Inoltre, Papa Francesco parte dalla lode per il creato, facendo riferimento al Santo di Assisi; buona parte dell’enciclica è un’alternanza tra questa lode e la drammaticità della realtà. Riesce a farci cogliere l’interconnessione tra le varie realtà del creato, dove ogni specie ha e deve avere il suo posto specifico nel pianeta, salvandone l’equilibrio. Così facendo l’enciclica ci porta a considerare il nostro pianeta come la “casa comune” e la terra non solo il luogo dove viviamo, ma la “madre terra” con la quale stabiliamo un rapporto profondo e vitale.
Da qui nasce il discorso ecologico dell’enciclica, partendo dalla presa di coscienza di ciò che sta accadendo al nostro pianeta: inquinamento, cambiamenti climatici, scarsità dell’acqua, biodiversità ecc. Questi problemi non riguardano solo la natura, ma toccano anche noi e la nostra dimensione sociale e relazionale: deterioramento della qualità della vita umana e degradazione sociale, debolezza delle relazioni. Ecco perché la Laudato Si’ è un’enciclica sociale e, di conseguenza, cogliamo il perché della sua urgenza.
L’ecologia integrale
Uno dei termini chiave che Papa Francesco usa è ecologia, intesa non solo come rispetto della natura ma integrale, vale a dire ambientale, economica, sociale, culturale, persino della vita quotidiana. Si introduce così il principio del bene comune, allungando lo sguardo sulle generazioni future.
Credit: Eyoel Kahssay/Unsplash
L’altra parola che il Papa propone per realizzare l’ecologia integrale è dialogo: nelle politiche internazionali e nazionali, nei processi decisionali, tra politica ed economia e persino tra le religioni e le scienze.
Da tutto questo emerge quanto l’essere umano sia centrale nella questione ecologica. È significativo che l’ultimo capitolo dell’enciclica sia dedicato all’educazione e spiritualità ecologica, all’interno del quale il Papa ci invita a nuovi stili di vita, all’alleanza tra l’umanità e l’ambiente e, di conseguenza, alla necessità di una conversione ecologica che Francesco definisce come vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio. Ancora una volta guardiamo San Francesco d’Assisi come modello per vivere una sana relazione con il creato.
Sabato 13 febbraio continueremo il nostro percorso per la celebrazione dell’anno Laudato si’ con l’aiuto di Francesco Gesualdi, saggista e responsabile del Centro nuovo modello di sviluppo sul tema “Nuovi stili di vita”.
Puoi seguire l’incontro in diretta sulla pagina Facebook della Comunità di Quartu Sant’Elena
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