Si è svolto giovedì 11 marzo il primo dei due appuntamenti dal titolo “Prossimi o distanti”, organizzati dalla Comunità di Vedrana per approfondire il significato spirituale della prossimità
Il cardinale Matteo Maria Zuppi durante l’inaugurazione della Comunità di Vedrana (settembre 2018)
Il dialogo con l’arcivescovo della Diocesi di Bologna è stato molto familiare. Don Matteo (come chiede di farsi chiamare “per semplificare”) ci ha condotti attraverso una lectio divina che si è trasformata in lectio pauperum, in tutti quei momenti in cui ha parlato della sua esperienza diretta di prossimità, maturata fin dagli anni giovanili con la Comunità di Sant’Egidio.
Si è soffermato su alcune espressioni usate da Leonardo Zocchi nell’introdurre la serata: cultura di prossimità e incontrare le periferie, alcune caratteristiche della pastorale della nostra Comunità in sintonia con il magistero di don Matteo.
Amare il prossimo vuol dire conoscerlo ma anche aiutare altri a conoscerlo, attraverso i racconti delle storie di ciascuno e delle esperienze di condivisione.
Incontrare le periferie ci permette di superare i confini e di stare bene in tutti i confini perché è nelle periferie che incontriamo il mondo
Prima di commentare i testi della Scrittura e della Fratelli Tutti, ha sottolineato come la prossimità sia materia costitutiva del Vangelo:
È l’amore che rende prossimi! Senza la prossimità non c’è la verifica dell’amore e resto chiuso nell’amore per me stesso.
Il Vangelo di Marco (Mc12,28-34), sull’amore a Dio e al prossimo, ha dato l’opportunità di chiarire come questi due amori non siano contrapposti e nemmeno vengano uno dopo l’altro.
Il tutto richiesto dall’amore per Dio e per il prossimolibera dalle anguste misure dalla legge e apre all’amore vero, quello che ci permette di scoprire e amare Dio quando ancora non lo conosciamo, quando pratichiamo l’amore ai fratelli.
Quanti di noi hanno capito qualcosa del Vangelo vivendo l’amore per i poveri! E quanto l’amore per i poveri ci ha cambiato, ci ha fatto capire chi siamo, ci ha fatto capire chi è Dio!
Guarda il video integrale dell’incontro dell’11 marzo
Commentando il numero 115 della Fratelli Tutti, il cardinale ci ha accompagnati a capire come possiamo essere responsabili della fragilità se diventiamo consapevoli di possedere la cura per andarvi incontro: la cura si chiama compassione.
Nella compassione uno diventa più intelligente di tutti i volontari possibili e immaginabili, perché la compassione ci rende intelligenti, ci rende capaci!
Un’altra parola sottolineata da Zuppi, indispensabile per servire la fragilità e vivere la solidarietà, è la promozione dell’altro. Il desiderio che l’altro cresca fa sì che il nostro amore non si fermi e non si accontenti mai perché sempre può continuare a crescere.
Infine, ci ha messi in guardia da un servizio che persegua un’ideologia e che non sia frutto dall’incontro con la persona concreta.
Servire la persona significa comprendere quale sia la carezza giusta che l’altro si aspetta da te, quella carezza che se poi non gliela dai non avviene l’incontro e non avviene la prossimità.
Nello spazio conclusivo dedicato alle domande, Maria Elisa ha chiesto “una parola da lasciare ai giovani”.
Don Matteo ha risposto che la prossimità non ha età, ma che sicuramente per i giovani ha il fascino dell’avventura dell’incontro con l’altro, della curiosità per la sua storia, diviene stimolo per imparare un nuovo modo di guardare il mondo: non più dall’alto al basso, come siamo abituati a fare, ma dal basso verso l’alto.
Ringraziamo ancora il nostro arcivescovo per essere stato con noi e perché sappiamo che continua ad accompagnarci in questo cammino di prossimità e accoglienza che desideriamo vivere con profondità ovunque andiamo.
Nel secondo appuntamento di “Prossimi o Distanti” dialogheremo con suor Rita Giaretta, fondatrice del centro di accoglienza per giovani migranti “Casa Rut” a Caserta e della “Casa del Magnificat” per l’accoglienza di donne liberate dalla tratta a Roma.
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