“Tendi la mano al povero” è il titolo del messaggio del Papa per questa ricorrenza che quest’anno sarà celebrata dalla Chiesa domenica 15 novembre
Con questa parole, tratte dal libro del Siracide (Sir. 7,32), Papa Francesco ci invita a celebrare la IV Giornata mondiale dei Poveri, da lui stesso voluta a conclusione del Giubileo della Misericordia del 2016 per aiutare “le comunità e ciascun battezzato a riflettere su come povertà stia al cuore del Vangelo e sul fatto che, fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa, non potrà esserci giustizia né pace sociale”. (Misericordia et misera 21).
“Ogni anno, con la Giornata Mondiale dei Poveri, ritorno su questa realtà fondamentale per la vita della Chiesa, perché i poveri sono e saranno sempre con noi (cfr Gv 12,8) per aiutarci ad accogliere la compagnia di Cristo nell’esistenza quotidiana” (messaggio del Papa, n. 3).
“Tendi la mano al povero” è un richiamo incessante della Parola di Dio che Papa Francesco fa suo e ci rivolge perché “non possiamo sentirci “a posto” quando un membro della famiglia umana è relegato nelle retrovie e diventa un’ombra. Il grido silenzioso dei tanti poveri deve trovare il popolo di Dio in prima linea, sempre e dovunque, per dare loro voce, per difenderli e solidarizzare con essi davanti a tanta ipocrisia e tante promesse disattese, e per invitarli a partecipare alla vita della comunità” (n.4).
Tendere la mano al povero è un segno di prossimità, solidarietà e amore. È fare esperienza che “dentro di noi esiste la capacità di compiere gesti che danno senso alla vita” (n. 5).
È un modo per unirci alle tante mani tese (quella del medico, dell’infermiere, del sacerdote, del volontario, del farmacista…) che, ricorda Papa Francesco, in questi mesi di pandemia ci hanno insegnato a vivere facendoci carico della vita gli uni degli altri.
Consapevoli che “la Chiesa non ha soluzioni complessive da proporre, ma offre, con la grazia di Cristo, la sua testimonianza e gesti di condivisione”, come missionari abbiamo scelto di vivere questa IV Giornata Mondiale in comunione con i poveri, attraverso il servizio e la preghiera.
“Il costante riferimento a Dio… non distoglie dal guardare all’uomo concreto, al contrario, le due cose sono strettamente connesse…. La preghiera a Dio e la solidarietà con i poveri e i sofferenti sono inseparabili” (N.2). “Il tempo da dedicare alla preghiera non può mai diventare un alibi per trascurare il prossimo in difficoltà. È vero il contrario: la benedizione del Signore scende su di noi e la preghiera raggiunge il suo scopo quando sono accompagnate dal servizio ai poveri” (N. 3)
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