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Devozione alla Vergine Maria

In occasione delle apparizioni della Vergine Maria a Fatima, nella Arcidiocesi di Maputo, si celebra un pellegrinaggio al Santuario di Namaacha: una bella occasione per conoscere la fede di questo popolo

Ogni anno il 13 maggio i pellegrini sono migliaia, ognuno con un desiderio, una supplica, una preghiera nel cuore. Per alcuni è la malattia di un figlio, per altri sono le difficoltà coniugali. Ciascuno desidera presentare a Dio ciò che più lo fa soffrire.
All’arrivo ogni pellegrino occupa un piccolo spazio dove stendere un telo di plastica per proteggersi dall’umidità e dalla polvere, sulla quale sistemare la capulana, un tessuto che qui in Mozambico è più di un semplice drappo: è un compagno di vita, dalla nascita alla morte. “Ci accoglie quando nasciamo e c’è una capulana per ogni occasione; ci si ricorda chi ce l’ha regalata e perché”, ci spiega una donna.
Per camminare sulla capulana le persone si tolgono le scarpe perché non può essere calpestata. Nei bagagli ci sono pentole e contenitori con il cibo, sempre in quantità maggiore per poterlo condividere con gli altri.

Con un tale movimento di persone è inevitabile un po’ di confusione. Eppure, appena inizia la via lucis cala un grande silenzio e diviene palpabile la profondità con cui le persone accompagnano la preghiera. La maggior parte è seduta per terra, qualcuno ha portato una sedia da casa; giovani e adulti partecipano con naturalezza. Prima della fine della giornata c’è stata la processione con la statua della Vergine di Fatima, durante la quale si percepiva una profonda devozione alla Vergine Maria. Durante la notte, a turno, le persone si alzano per andare all’adorazione nella piccola chiesa, secondo l’orario assegnato: quale resistenza, forza e capacità di adattamento!

Una delle cose più belle è stata la partecipazione alle celebrazioni. C’era un coro e un gruppo di persone che danzavano durante i momenti chiave della celebrazione, ma la partecipazione era collettiva, sia nel canto che nella danza. Le persone amano cantare e danzare per il Signore. Infatti, durante l’azione di grazia (il canto di ringraziamento dopo la comunione e prima della benedizione finale) tutti hanno partecipato nel ringraziare e lodare il Signore!

Abbiamo davvero molto da imparare da questo popolo: la loro tenacia e resilienza, lo spirito di adattamento, la profondità, la capacità di lodare e ringraziare con tutta la partecipazione possibile!

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