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La gioia di accogliere

Da metà dicembre abbiamo accolto nella nostra Comunità la famiglia Alfaraj, con il desiderio di custodire la vita e i sogni di due genitori con i loro figli

Grazie mille e una mano sul capo. Parole e gesti che ricorrono spesso nella Comunità di Nola nelle ultime settimane. Da quando, cioè, abbiamo accolto nella nostra Comunità la famiglia Alfaraj. Papa Abdul Monem, mamma Rokaya e i figli Ahmad (23 anni), Abdullah (22 anni), Mohammed (19 anni), Salsabil (16 anni) e il piccolo Hassan di 8 anni.

Sono i 7 componenti di una famiglia siriana arrivata a Nola il 14 dicembre, grazie alla nostra collaborazione con i corridoi umanitari, protocollo d’intesa tra la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese, la Cei-Caritas e il governo italiano per far arrivare in maniera sicura e legale i migranti dai Paesi africani.

Hanno sperimentato sulla loro pelle la tragicità della guerra nel proprio Paese e hanno vissuto in un campo profughi in Libano per sette anni e mezzo. Poi finalmente l’arrivo in Italia, proprio nei giorni precedenti il Natale, come un dono singolare sotto il presepe. «Prima del loro arrivo siamo stati travolti da un’onda di solidarietà, che non si è più fermata», spiega p. Valerio, uno dei missionari che segue l’accoglienza della famiglia Alfaraj.

La famiglia vive in un appartamento che abbiamo preparato per accoglierli, un’ala laterale della Comunità che già in passato era stata adibita all’accoglienza di alcune donne nigeriane rifugiate. «Tanti nostri volontari si sono offerti per allestire la casa, donando mobili, ma anche vestiti e tutto ciò che serve per la vita quotidiana di una famiglia».

Nonostante le difficoltà dovute alla lingua, hanno imparato a dire “grazie mille”, accompagnato dal gesto di mettersi la mano sul capo. «Il papà mi ha spiegato che è un modo per dire “ti faccio spazio anche sulla mia testa”. È curioso perché mi ricorda il detto napoletano “a faccia mia sott’ e piede vuoste”, che ha più o meno lo stesso significato», continua p. Valerio.

Una ritrovata normalità

Dopo i lunghi anni in Libano, la famiglia Alfaraj sta lentamente riguadagnando una quotidianità fatta di gesti rituali e sguardo proiettato al futuro.

La famiglia fa lezione di italiano quasi tutti i giorni. Insieme ai missionari, sta facendo un percorso di discernimento sui loro progetti: il lavoro, la scuola e un futuro per i loro figli. «In queste prime settimane ci stiamo concentrando soprattutto sulle pratiche burocratiche: il vaccino, i documenti e i permessi di soggiorno. La famiglia comincia a conoscere il territorio, esce per fare la spesa e il venerdì va in moschea per pregare e socializzare con gli altri siriani presenti sul territorio. Il piccolo Hassan è in attesa di iniziare a frequentare le scuole in Italia e, appena possibile, anche gli altri frequenteranno una scuola per straniera in una parrocchia vicina con cui collaboriamo».

«L’amore e la vicinanza con cui la famiglia Alfaraj è stata accolta da parte dei nostri volontari ci ha aperto il cuore», spiega p. Valerio. «L’accoglienza richiede tempo e risorse poiché il progetto dei corridoi umanitari prevede che le organizzazioni che accolgono sostengano le spese e i percorsi di integrazione di queste persone. «Perciò è nata un’iniziativa di solidarietà per aiutare la famiglia a realizzare il sogno di un posto sicuro dove crescere i propri figli. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti – conclude p. Valerio –. Chi vuole contribuire, può farlo attraverso il link https://buonacausa.org/cause/benvenuti-al-sud. Grazie, fin da ora, per quello che ciascuno potrà fare per il futuro di questa famiglia!».

Crediti immagine principale:
Foto
Luciano
CC-BY 2.0

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Comunità Missionaria di Villaregia

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Tel: 081/5115489 – e-mail: info.no@villaregia.org