fbpx

10 spunti di riflessione su alcune sfide odierne della politica

In vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre, come realtà religiose, missionarie, associative, sentiamo il bisogno di condividere alcuni spunti di riflessione che consideriamo fondamentali

La campagna elettorale di queste settimane si sta concentrando su questioni spesso marginali e populistiche nell’intento di accaparrarsi voti; è stato molto carente, invece, il confronto di partiti e schieramenti maggiori sulle sfide attuali della nostra società. Alcune di esse diventano oggetto di questo documento, non esaustivo, che intende attirare l’attenzione e la riflessione di chi legge.

Inoltre, vogliamo invitare i cittadini e le cittadine a evitare l’astensionismo e a partecipare sia alla consultazione elettorale che alla vita sociale del Paese.

Guerra e spese militari

(informazioni su www.sipri.org e www.milex.org)

  1. Nel momento storico che stiamo vivendo, segnato da forti crisi, (umanitarie, ambientali, energetiche) è profondamente immorale assistere alla continua corsa al riarmo e all’aumento delle spese militari. L’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma (Sipri) certifica che nel 2021 per le armi e la difesa sono stati spesi, nel mondo, una cifra pari a 2.100 miliardi di dollari. Nonostante la crisi economica causata dalla pandemia, le spese in questo settore sono aumentate.

Milex, l’osservatorio sulle spese militari italiane, ha comunicato che per il 2022 il nostro Paese avrà una spesa militare pari a 25,5 miliardi di euro, di cui 8,27 miliardi per nuovi armamenti. Un miliardo in più rispetto allo scorso anno.

Notiamo che, in questa campagna elettorale, il tema della pace e del disarmo sono assenti. Chiediamo una diminuzione delle spese militari, abbandonando la decisione di spendere il 2% del PIL ogni anno e destinando i soldi risparmiati alla cooperazione internazionale, alla sanità e all’assistenza dei più fragili.

  1. Chiediamo un impegno concreto nella riforma dell’ONU affinché diventi un’organizzazione veramente democratica, capace di agire velocemente in maniera non violenta nella risoluzione dei conflitti.

La guerra mondiale “a pezzi” non si risolve con più armi, ma solo con il disarmo da tutte le parti, con il dialogo, la diplomazia e la cooperazione internazionale.

Lavoro e disuguaglianze

  1. La mancanza di un lavoro adeguatamente retribuito inficia la possibilità di progettare e strutturare percorsi di vita, sia nel presente che nel futuro. Lavori sottopagati e precari incidono sulla dignità della persona, la quale finisce con il diventare un semplice oggetto, vittima di sfruttamento e ricatto. Il lavoro deve essere tutelato e remunerato adeguatamente, in modo tale da poter contribuire al pieno sviluppo della persona e consentirle di poter partecipare alla vita sociale, politica ed economica del luogo in cui vive.
  1. Insieme al lavoro, è fondamentale la lotta contro la povertà e le disuguaglianze socio-economiche. L’Istat certifica che in Italia 1,9 milioni di famiglie (5,5 milioni di persone, di cui 1,4 milioni di bambini) vivono in povertà assoluta. L’istituto di statistica europeo Eurostat ha comunicato che in Italia il 20,1% della popolazione è a rischio povertà. Si tratta di circa 12 milioni di persone. L’ONG Oxfam nel suo rapporto “Disuguitalia” denuncia che il 20% della popolazione italiana detiene il 70% della ricchezza nazionale.

Nel momento attuale non è possibile fare parti uguali tra diseguali. Occorrono serie politiche sociali di sostegno ed emancipazione verso chi vive in situazioni di difficoltà economiche e attuare scelte economiche redistributive dei redditi agendo sulle disuguaglianze economiche tassando le ricchezze e la speculazione finanziaria.

Migrazioni

  1. Italia e Unione europea continuano a collaborare al ritorno dei migranti e dei richiedenti asilo

nell’inferno della Libia.

In un rapporto del 17 gennaio 2022 il segretario generale delle Nazioni Unite si è dichiarato “gravemente preoccupato” per le continue violazioni dei diritti umani contro i migranti e i rifugiati in Libia, tra cui violenze sessuali, traffico di esseri umani ed espulsioni collettive.

Il rapporto ha ribadito che “la Libia non è un porto sicuro per lo sbarco di migranti e rifugiati” e la richiesta agli stati membri coinvolti di “rivedere le politiche che favoriscono gli intercettamenti in mare e il ritorno dei migranti e dei rifugiati in Libia”.

A dispetto di tutto questo, il memorandum d’intesa tra Italia e Libia, firmato il 2 febbraio 2017 e innovato annualmente, che prevede il potenziamento della guardia costiera libica, scadrà nel febbraio 2023 ma sarà rinnovato automaticamente per altri tre anni se le autorità italiane non lo annulleranno entro il 2 novembre 2022.

Chiediamo, quindi, con decisione la cancellazione di tale accordo nonché, da parte del nostro Paese, il fermo proposito di rispettare le convenzioni e i trattati internazionali che mirano alla protezione delle persone e al rispetto dei diritti.

  1. Investire, attraverso l’istituzione dello ius scholae o ius culturae, sulle tante ragazze e sui tanti ragazzi italiani in tutto, tranne che per il riconoscimento della loro cittadinanza italiana. È una misura promossa da tutte le organizzazioni della società civile, ma anche, nella sua formulazione ultima arrivata al dibattito parlamentare, sostenuta trasversalmente da molte delle forze politiche. Sarebbe una misura di giustizia verso le persone e rivelerebbe l’intelligenza di un Paese che, dopo aver investito su di esse, mette a frutto il suo investimento anziché sprecarlo. Sarebbe una misura appropriata anche in tempi di inverno demografico come quello che caratterizza il nostro Paese, sceso per la prima volta nel 2021 sotto la soglia dei 400mila bambini nati.

(Con riferimento alle 4 proposte di Cittadinanza attiva espresse in una lettera al Presidente della repubblica) Leggi qui il testo completo

Transizione energetica

(Con riferimento al decalogo formulato dal gruppo di ricercatori “Energia per l’Italia” consultabile in toto nel sito www.energiaperlitalia.it)

  1. Più che continuare a sostenere ogni anno con ben 35,5 miliardi di euro di denaro pubblico la produzione e l’impiego di fonti fossili, è necessario accelerare la transizione dalle fonti fossili ed inquinanti ad un sistema basato sul risparmio energetico, l’efficienza e le fonti rinnovabili. In questa visione il ricorso al nucleare è totalmente sbagliato. Il caro bollette, minaccia molto concreta alla capacità di risparmio di noi tutti, dovrebbe incentivare e motivare ancor più questa transizione.
  1. Il cambiamento climatico è già in atto e sta creando impatti notevoli su popolazione ed ecosistemi. Bisogna agire sugli effetti del nuovo clima con azioni di adattamento, per ridurre i rischi già presenti e quelli futuri, anche maggiori e più frequenti.

In Italia esiste una strategia di adattamento nazionale da dieci anni, ma non c’è ancora un piano nazionale di adattamento che selezioni le azioni prioritarie e le metta in atto, al contrario di quanto avviene in tutti i Paesi Europei. È tempo che l’Italia si allinei; siamo già in clamoroso ritardo!

Tutela della vita

  1. La povertà e le disuguaglianze socio-economiche non fanno altro che rafforzare la “cultura delle scarto”, nella quale gli individui che vengono considerati non “funzionali” per il sistema economico e produttivo possono essere tranquillamente emarginati o dimenticati.

«Le persone non sono più sentite come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se povere o disabili, se “non servono ancora” – come i nascituri – o “non servono più” – come gli anziani. Siamo diventati insensibili a ogni forma di spreco, a partire da quello alimentare, che è tra i più deprecabili». (Papa Francesco, Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede , 11 gennaio 2016).

Le persone che vivono situazioni di difficoltà e fragilità (donne incinte, disabili, malati cronici, anziani…) devono quindi avere la possibilità di accedere ad adeguati sostegni sociali, psicologici, economici e sanitari per poter affrontare le avversità, che si trovano a vivere.

  1. L’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza in sanità, fermi al 2017, oltre che l’investimento sui Livelli essenziali delle prestazioni sociali come perimetro per garantire a tutti i cittadini del nostro Paese le stesse condizioni: una democrazia che riconosce il diritto alla salute come tutela degli individui, oltre che della collettività, non può, sopportare che vi siano cittadini di serie A e cittadini di serie B, che alcuni possano godere di servizi e prestazioni di cui altri neppure conoscono l’esistenza. Quando si parla di regionalismo differenziato si farebbe bene a perseguire l’idea di una solidarietà differenziata per e fra Regioni, e non di spinte autonomistiche, specie dopo quello che il governo della pandemia dovrebbe averci insegnato.

Anche in questo caso non si tratterebbe di una solidarietà pelosa, ma di una visione strategica perché per un Paese complessivamente forte bisogna guardare il nord dal sud, il centro dai margini, le città dalle aree rurali.
(Cittadinanza attiva, lettera al Presidente della repubblica)

Questo documento è firmato da:

Comunità Missionaria di Villaregia
Laici Missionari Comboniani

Pax Christi Bologna
Centro Astalli Bologna

Articoli correlati

Se davvero cerca Dio…

“Nulla anteporre all’amore di Cristo”! È per Lui che si lascia tutto. È per amore suo che ci si dona con tutto se stessi rinunciando desideri naturali e legittimi

Leggi Tutto »

Condividi questo contenuto!

Facebook
WhatsApp
LinkedIn