Inaugurato da papa Francesco il 24 dicembre, il Giubileo è un appello a riscoprire la speranza in Dio e il rispetto per il Creato. Un anno per vivere sobrietà, giustizia e avere cura della nostra terra
Il giorno della Vigilia di Natale, con il rito di apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro, papa Francesco ha dato inizio al Giubileo 2025.
ll motto dell’Anno santo sarà “Pellegrini di speranza” e come detto nella bolla di indizione: Spes non confundit (La speranza non delude, Rm 5,5), l’invito ai fedeli è “credere che la speranza in Dio non tramonta. Un appello a ritrovare la fiducia necessaria, nella Chiesa come nella società, nelle relazioni interpersonali, nei rapporti internazionali, nella promozione della dignità di ogni persona e nel rispetto del Creato. La testimonianza credente possa essere nel mondo lievito di genuina speranza, annuncio di cieli nuovi e terra nuova (cfr. 2Pt 3,13), dove abitare nella giustizia e nella concordia tra i popoli, protesi verso il compimento della promessa del Signore. Il prossimo Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza”.
In questo contesto di rinnovata rinascita il Giubileo è l’occasione per riportare in primo piano anche il rispetto di nostra Madre Terra.
Come ha ricordato mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, in occasione della bolla di indizione “il Giubileo è l’anno del riposo della terra, in cui riconoscere a tutto ciò che esiste la dignità del suo essere, che non va sfruttato o manipolato, ma coltivato e promosso. «Sentendoci tutti pellegrini sulla terra in cui il Signore ci ha posto perché la coltiviamo e la custodiamo (cf. Gen 2,15), non trascuriamo, lungo il cammino, di contemplare la bellezza del creato e di prenderci cura della nostra casa comune. Auspico che il prossimo Anno giubilare sia celebrato e vissuto anche con questa intenzione» (Papa Francesco, Lettera a Mons. Fisichella, cit.). Nella corsa al consumo sempre più inquinante quest’aspetto del Giubileo non va trascurato: potrebbe anzi costituire per tutti l’invito a un esercizio di sobrietà, alla rinuncia al superfluo, al ritorno a ciò che è naturale”.
Le catastrofi climatiche di questi mesi sono un monito a ricordarci che non possiamo più perdere tempo nella custodia delle nostre terre e della loro messa in sicurezza.
Come missionari ci sentiamo interpellati a dare il nostro contributo, continuando a impegnarci perché questo Anno Santo possa riaccendere speranza in un futuro migliore per tutti, in un Creato in salute, come Nostro Signore ce l’ha affidato.
A cura della Commissione Ecologia Integrale