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La cultura della cura per la pace

Papa Francesco nel suo messaggio per la 54° Giornata mondiale per la pace indica la bussola per una rotta veramente umana al processo di globalizzazione

La promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato. Questi i principi che, in occasione della Giornata mondiale per la pace che ricorre ogni anno l’1 gennaio, il Papa ricorda ai responsabili delle organizzazioni internazionali e dei governi, del mondo economico e di quello scientifico, della comunicazione sociale e delle istituzioni educative.

Il suggerimento è di prenderli come “bussola”, per imprimere una rotta comune al processo di globalizzazione, «una rotta veramente umana». Una direzione che consenta di apprezzare il valore e la dignità di ogni persona, di agire insieme e in solidarietà per il bene comune, sollevando quanti soffrono dalla povertà, dalla malattia, dalla schiavitù, dalla discriminazione e dai conflitti.

Le relazioni tra le nazioni, dice il Papa, dovrebbero essere ispirate alla fratellanza, al rispetto reciproco, alla solidarietà e all’osservanza del diritto internazionale. Mentre conflitti e guerre si susseguono senza interruzione, si rende necessario tutelare e promuovere i diritti umani fondamentali e il rispetto del diritto umanitario.

Che decisione coraggiosa sarebbe quella di «costituire con i soldi che s’impiegano nelle armi e in altre spese militari un “Fondo mondiale” per poter eliminare definitivamente la fame e contribuire allo sviluppo dei Paesi più poveri»!

Ma il Papa invita tutti ad essere profeti e testimoni della cultura della cura e indica il protagonismo delle donne, nella famiglia e in ogni ambito sociale, politico e istituzionale come opportunità per colmare tante disuguaglianze sociali.

La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace.

Il papa riprende un’idea a lui cara già espressa nell’enciclica Fratelli Tutti: “C’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia”.

Facciamo nostro l’invito del papa per iniziare insieme questo nuovo anno:

“Tutti insieme collaboriamo per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di sostegno vicendevole e di accoglienza reciproca. Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo, ma impegniamoci ogni giorno concretamente per «formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri».

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