Missione Albania 2023

Route di servizio in terra albanese per il Clan Agesci 2 di Forlì
accompagnato da due missionari e da una volontaria della comunità

Nel paese di Boriç a nord di Scutari, il gruppo è stato accolto dal parroco P. Gianni, dalla comunità dei Dehoniani e dalle suore Basiliane. Fin dal primo giorno gli ospiti si sono uniti ad alcuni giovani del posto per animare il centro estivo aperto ai ragazzi, sia cattolici che musulmani. I cattolici infatti sono in minoranza in Albania, circa il 13% della popolazione.

Alcuni scout, a turno, hanno donato il loro servizio a ragazze e donne con disabilità mentale accolte in una struttura delle Missionarie della Carità. Un’esperienza che ha aiutato a riflettere sul dono della salute, del potersi muovere e parlare, e di quanto si dovrebbe ringraziare per questo.

Un’occasione unica per comprendere il valore della libertà è stata la testimonianza offerta dalle sorelle Clarisse nel centro di Scutari. Il racconto della vita in Albania durante la dittatura subita dalla popolazione nella seconda metà del XX secolo è stato completato dalla visita al museo memoriale, che ricorda le vittime del regime comunista e della propaganda anti-religiosa, e dalla visita alla Cattedrale, dove si trovano le tombe di tre dei 38 martiri albanesi, attualmente beati.

Un’altra testimonianza sulla storia recente e sulla cultura dell’Albania è stata offerta dall’incontro “fuori programma” con il vescovo di Scutari, che si è intrattenuto con i giovani per circa un’ora, rispondendo anche ad alcune loro domande.

Il gruppo ha potuto conoscere la fede e la devozione popolare attraverso la visita al santuario di Sant’Antonio a Laç, dove ha celebrato il Perdon d’Assisi e ha potuto apprezzare la storia più antica e le bellezze naturali nell’escursione all’isola di Shurdhah e alla città medievale di Sarda.

Molte le esperienze che i giovani scout hanno portato a casa “nei loro zaini”: relazioni, incontri e dialoghi; tante le occasioni per vivere il vangelo attraverso il dono di un tempo di gioia per i bambini e le ragazze disabili, l’opportunità di stare al loro fianco con semplicità, con quel linguaggio universale fatto di sguardi e gesti semplici che superano l’ostacolo di una lingua e cultura diversa.

Articoli correlati