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Spiritualità

Lo stesso sangue che ci unisce nella missione

Dalla “parola maestra” della giungla alla vita di comunione nella Chiesa per riconoscere il legame fraterno che ci unisce oltre le differenze, per vivere insieme l’amore del Padre e sostenere i poveri

“Siamo dello stesso sangue, fratellino, tu e io” è una delle “parole maestre”, ossia delle regole di vita che caratterizzano la giungla e che il piccolo Mowgli, protagonista appunto del libro della giungla di R. Kipling, impara dagli animali anziani che diventano suoi protettori e amici. Attraverso di esse i protagonisti del libro imparano a riconoscersi, rispettarsi, aiutarsi.

Quando ero lupetto negli scout mi piaceva tanto questa frase che spesso salvava Mowgli da seri problemi e che diceva consanguineità, protezione, fiducia reciproca.

Nella grande famiglia della Chiesa accade qualcosa di simile. Alla fraternità che deriva dal Battesimo e che ci rende tutti uguali, tutti famiglia di Dio, si aggiunge – per alcune persone – l’appartenenza a un carisma comunionale, il riconoscersi “dello stesso sangue” in forza di una “parola maestra”.

La Parola maestra che fonda e riunisce la Comunità Missionaria di Villaregia è il capitolo 17 del Vangelo di Giovanni, in cui Gesù chiede al Padre che gli apostoli presenti all’ultima cena diventino “una cosa sola” e che il dono della comunione si estende a quelli che crederanno attraverso di loro, affinché il mondo creda nell’amore del padre.
Per noi questa preghiera di Gesù è all’origine, come dicono le nostre Costituzioni, di “un’intensa vita di comunione, di dedizione alla missione ad gentes  e di fiducioso abbandono alla divina Provvidenza”.

È lo “stesso sangue” che ci fa vivere, l’esperienza che ci accomuna in diversi Paesi nel mondo, la chiamata ad appartenere alla stessa Comunità pur provenendo da culture, esperienze, Paesi e vissuti diversi. Quando ci incontriamo io so che tu hai messo come me Dio al primo posto della tua vita; che vibri come me per i poveri; che sicuramente – magari in un altro periodo e in un’altra latitudine – hai vissuto la stessa esperienza di accoglienza; che ti sforzi come me di fidarti del Padre, facendo esperienza della sua provvidente vicinanza; che insieme possiamo rendere presente Gesù nella nostra relazione di amore reciproco.

Il carisma è un dono non solo per noi: è qualcosa che Dio offre alla Chiesa e al mondo attraverso la Comunità, nei suoi diversi livelli di appartenenza e stati di vita: sposi e celibi, consacrati e laici, membri effettivi e aggregati, tutti in grado di riconoscersi reciprocamente, di aiutarsi nella crescita nella santità, di sostenersi nel cammino con Dio, di andare insieme verso i poveri.
Un “tesoro in vasi di creta” da custodire e far risplendere nella semplicità delle nostre vite.

Nel mese di settembre, in cui celebriamo l’inizio della nostra storia comunitaria, rinnoviamo nelle nostre vite l’adesione al sogno che ci ha conquistati: “perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21).

p. Valerio D’Eliseo

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