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Una crisi…nella Pandemia

In questi mesi in cui gli occhi del mondo sono puntati sull’emergenza terribile della pandemia, il Burkina Faso sta vivendo un’altra crisi di cui poco si parla

A febbraio Filippo Grandi, alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha effettuato un viaggio in tre Paesi nella regione del Sahel. Nell’ultima tappa in Burkina Faso ha parlato con donne e bambini nei campi profughi che ha potuto visitare nel nord del paese. 
“Ogni volta che guardiamo al Sahel, pensiamo al terrorismo… pensiamo a ciò che, in teoria, minaccia l’Europa”, ha detto Grandi.

“Ma il vero problema è qui. L’emergenza è qui. È qui che la gente soffre, la gente viene uccisa, le donne vengono violentate, i bambini piccoli non possono andare a scuola. È qui che dobbiamo intervenire prima che questa crisi diventi ingestibile”.
“Sono fuggiti dalla violenza più terribile di cui abbia mai sentito parlare”.


La crisi è già inimmaginabile. Grandi e lo staff UNHCR – che hanno assistito ad alcune delle più terribili emergenze di rifugiati provenienti da luoghi come la Siria e il Myanmar – hanno detto di aver visto raramente un gruppo di persone esposte a così tanti traumi.
“Sono fuggiti dalla violenza più terribile di cui abbia mai sentito parlare”, ha detto Grandi, in mezzo a una folla silenziosa di centinaia di sfollati. “Sono scioccato dalla violenza e anche dall’entità dei loro bisogni umanitari”. La furia dei terroristi non si è fermata con le uccisioni. Molti sono rimasti abbastanza a lungo da distruggere case e scuole, saccheggiare fattorie o violentare donne e ragazze.


Attualmente, la crisi in corso in Burkina Faso rappresenta l’esodo col più rapido ritmo di crescita su scala mondiale, con quasi 840.000 persone sfollate dal conflitto e dalla siccità negli ultimi 16 mesi. Sono quasi 60.000 quelle costrette a fuggire nel solo mese di marzo.
Il Burkina Faso, una nazione di 20 milioni di abitanti dell’Africa occidentale e uno dei paesi meno sviluppati al mondo, sta affrontando una devastante crisi umanitaria, con centinaia di migliaia di persone in fuga dalle violenze commesse dagli estremisti armati.

Nonostante gli sforzi del governo e di forze armate internazionali, la violenza continua ad aumentare. Più di mezzo milione di persone sono sfollate all’interno del Paese, essendo fuggite dalle regioni settentrionali e orientali verso le province vicine. Le comunità che li ospitano devono affrontare povertà, servizi sanitari carenti, scuole inadeguate e mezzi di sussistenza che stanno rapidamente scomparendo con l’aumento delle temperature e dell’aridità della loro terra.

Chi li ha accolti, parenti e villaggi vicini devono anche affrontare la possibilità che la  violenza arrivi ai loro villaggi. Le loro comunità sono al punto di rottura, eppure continuano a condividere tutto ciò che hanno. “Questa situazione ha sconvolto la nostra vita”, ha detto Yobi Sawadogo, consigliere del sindaco di Kaya, all’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Ma non possiamo respingerli. Cosa faremmo? Dire loro di andarsene per andare a farsi ammazzare?”


E’ da aggiungere che la situazione di insicurezza in Burkina Faso sta costringendo un numero sempre maggiore di persone a fuggire dalle loro case per mettersi in salvo in altre aree del Paese o a rifugiarsi in Mali. Allo stesso tempo, un numero preoccupante di rifugiati maliani ritiene sia più sicuro fare ritorno a casa piuttosto che restare in Burkina Faso.
In soli 17 giorni, circa 14.000 persone sono fuggite dalle proprie case in Burkina Faso portando il numero totale di sfollati interni a 780.000. Le recenti violenze hanno anche costretto oltre 2.035 persone a rifugiarsi nel vicino Mali.

Le condizioni di insicurezza, inoltre, rendono particolarmente difficile la situazione dei rifugiati maliani che avevano cercato protezione in Burkina Faso e rischiano di porre fine agli interventi volti a permettere loro di cominciare una nuova vita. Il Burkina Faso accoglie più di 25.000 rifugiati dal Mali, molti dei quali stanno scegliendo di fare ritorno a casa nonostante i rischi a cui sarebbero esposti una volta rientrati.


L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha reso noto che altre persone rischiano di perdere la vita nelle regioni del Centro-Nord e del Sahel, in Burkina Faso, dove centinaia di migliaia di persone in fuga, tra cui bambini piccoli, sono costrette a dormire all’aperto alla mercé delle intemperie.
Si stima che siano 350.000 le persone che ora necessitano con urgenza di aver accesso ad alloggi e approvvigionamento d’acqua adeguati per sopravvivere alle condizioni di tipo desertico delle aree remote del Burkina Faso. L’acuirsi dell’insicurezza sta costringendo ogni giorno alla fuga un numero sempre più elevato di persone.

L’UNHCR aveva già espresso apprensione in relazione al fatto che la carenza cronica di risorse minacciasse il verificarsi di una catastrofe umanitaria di proporzioni rilevanti. La pandemia da COVID-19 ora sta aggravando ulteriormente una situazione caratterizzata da un intreccio di crisi. Siamo in corsa contro il tempo per impedire che vi siano altre sofferenze umane. Nelle aree remote le persone hanno un disperato bisogno di trovare un riparo e devono far fronte a condizioni climatiche molto dure. 

Un esperienza drammatica
Degli uomini armati hanno fatto irruzione nella casa di Rinata Baguigna in Burkina Faso e hanno iniziato a sparare.  Dopo aver assistito all’uccisione di 10 membri della sua famiglia, Rinata ha aspettato che gli intrusi se ne andassero per seppellire i morti. Ha cercato di dormire e al mattino ha preso i suoi cinque figli ed è scappata.
“Le donne ne restano così colpite. Saltano al minimo rumore”, ha spiegato. “Hanno incubi… I mariti uccisi davanti ai loro occhi – e poi alcune sono state violentate”.
Centinaia di migliaia di persone sono scappate. Come Rinata, molti sono finiti qui, 100 chilometri a nord della capitale del paese, Ouagadougou, dove hanno trovato rifugio dai loro compagni burkinabé. Rinata ha trovato rifugio presso la casa di un leader della comunità, Diambendi Madiega, insieme ad altre 560 persone provenienti da sei diverse comunità etniche. Ogni giorno arrivano altre persone costrette a lasciare le loro case.

Per altre informazioni vai al sito www.unhcr.it/tag/burkina-faso 

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