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Prendersi cura dei propri genitori

Anna e Marco raccontano del loro rapporto con i genitori

Anna e Marco sono una coppia di sposi che frequenta da diversi anni la Comunità Missionaria di Villaregia, in particolare partecipando al gruppo GimVi coppie, dove hanno intrapreso un cammino cristiano e missionario. Sposati dal 2015 hanno una bambina, Teresa. Entrambi sono figli unici con genitori che hanno o hanno avuto problemi di salute.

Ci raccontano qualcosa del loro rapporto con i genitori, proprio a partire da questa fragilità.

Oltre le rinunce

Marco ed io siamo entrambi figli unici e la vita ha voluto che le nostre mamme avessero dei problemi di salute ancora in giovane età. Questo sicuramente ha influenzato le nostre vite sin da quando eravamo piccoli e nel mio caso da quando ero adolescente.

Mia mamma ha iniziato a stare male quando avevo 15 anni, periodicamente doveva fare dei controlli ed io ho cercato di starle sempre vicino. È stata una donna molto forte che ha sempre accettato la malattia senza mai un lamento. A 20 anni mi sono trasferita a Cagliari per continuare gli studi all’università ma quando mamma stava male tornavo sempre in paese, a Gesturi, per starle accanto. Una volta laureata ho cercato lavoro e ho fatto la scelta di restare in Sardegna proprio per questo.

Lo stesso anno in cui mi sono laureata, mi sono fidanzata con Marco, con cui abbiamo deciso di vivere un fidanzamento cristiano; la lettura della Parola di Dio ci ha aiutato nelle scelte quotidiane e abbiamo fatto nostro il versetto del libro della Genesi: “Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”.
Dopo due anni e mezzo di fidanzamento ci siamo sposati per costruire la nostra famiglia, lasciando le nostre famiglie di origine, ma mai dimenticandoci di loro. Anzi constatiamo che abbiamo costruito la nostra famiglia, grazie anche all’esempio che ci hanno dato come genitori.

Ho perso mia mamma, dopo 6 mesi che è nata la nostra Teresa. Mio padre continua ad abitare nel paese d’origine, accompagnato da una persona che già aveva aiutato mamma negli ultimi mesi della sua vita. Durante la settimana, per gli impegni lavorativi e per la distanza geografica, non riusciamo a farci presenti ma il fine settimana cerchiamo di trascorrerlo in paese con papà.

Marco e la fede dei suoi genitori

La prima cosa che mi ha colpito quando ho conosciuto i genitori di Anna è stata la semplicità con cui vivevano le giornate, somigliava tanto alla giornata tipo dei miei genitori. Ho capito da subito quale buon seme avevano piantato per quella che all’epoca era la mia fidanzata e dopo sarebbe diventata la mia sposa. Provengo da una famiglia dove la salute è stata sempre un’incognita: mia mamma, nata con una lussazione bilaterale alle anche, ha sempre sofferto di dolori agli arti inferiori. A seguito di un incidente domestico, ha dovuto accettare 12 anni fa la sedia a rotelle.

Mio padre la sostiene e questo è per me un esempio di vero matrimonio cristiano, dove quel “nella salute e nella malattia”, pronunciato davanti a Cristo, si realizza pienamente. La fede ha aiutato tanto mamma e, nonostante le difficoltà, vive pienamente i suoi momenti di gioia, soprattutto da quando è nata Teresa, la sua unica nipote, con cui ha un rapporto speciale.

Ho la fortuna che mamma e papà abitano a due passi da casa, così quando posso anche solo per un saluto sono da loro. La mia vita adesso è con la mia famiglia, ma loro sanno che possono contare sull’aiuto mio e di Anna per ogni necessità.

Nonostante a volte possa sembrare tutto in salita, abbiamo la certezza che Dio non ci ha mai abbandonato. Questo ci dà speranza, oltre a farci maggiormente famiglia con chi soffre situazioni di dolore a causa della malattia.

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