
Eleonora e Alfio ci parlano della loro famiglia, pur nella sofferenza. La secondogenita Giulia muore a dieci anni, ma da quella perdita nasce una “vita” incontenibile
Siamo Eleonora e Alfio, nel 2002 ci siamo conosciuti, subito innamorati e sposati. Il nostro progetto di vita era essere una vera famiglia. Presto arriva Giovanni, un bellissimo bambino nato prematuro, con rischio di vita durante il parto per lui e per la mamma, tanto da necessitare un cesareo d’urgenza. Sopraggiunge inaspettatamente la malattia del papà di Eleonora, che ci costringe a rimandare la seconda gravidanza, che arriverà nel 2008 con Giulia. La famiglia era completa e noi eravamo felici: una coppia, due bambini, una bella casa, un lavoro appagante, una vita meravigliosa. Ci piaceva trascorrere lunghe vacanze nei nostri paesi d’origine, a Tiana in collina e a Bosa sul mare. Il tempo era tutto per i bambini, per i giochi, la lettura dei libri, il mare e le passeggiate insieme.
Poi un fulmine a ciel sereno sopraggiunge quando Giulia incomincia a stare male. Tutto cambia, precipita, finisce, sfinisce. Dopo i primi sospetti della malattia e il ricovero d’urgenza in ospedale, abbiamo sempre avuto vicino gli amici che ci rassicuravano e incoraggiavano. Dopo vari accertamenti, scopriamo che nel suo cervelletto di bambina di sei anni c’è un tumore maligno, al quarto stadio, già avanzato; un alieno che ha rovinato la nostra vita.
Tutto precipita rapidamente, Giulia viene ricoverata: arrivano i medici, gli infermieri con la pompa della flebo, rumori diversi, sembrava di essere in una nave, un rumore fastidioso, costante per l’aria forzata che viene depurata prima di essere immessa nelle stanze, il lettino con le sbarre e le ruote che sembra una gabbia. E nostra figlia lì dentro mentre la teniamo per mano, rassicurandola, cercando di scavare dentro di noi per tirare fuori tutto il coraggio e la determinazione necessaria per affrontare questi momenti.

Tutto è successo così improvvisamente che non abbiamo potuto neanche dare una spiegazione a Giovanni, neanche un abbraccio. Intanto era stato accolto da Franca, mamma di un compagno di scuola, che con tanta bontà ci ha dato una mano. Quando Giulia è rientrata a casa dopo l’operazione, dopo un mese, non riusciva a parlare né a camminare. Giovanni aveva otto anni ed è stato ancora in secondo piano, ad aspettare quell’abbraccio che gli è mancato tanto dalla sua mamma ogni sera. Ma a combattere pian piano si impara. E così abbiamo cercato di ritagliare dei momenti speciali per lui, al cinema, al parco, a una festa di compleanno… Si combatte ma si hanno tantissimi sensi di colpa per quel figlio che si è trascurato, nostro malgrado. E allora quella paura è palpabile, è quella che ti fa sentire diverso e che ti fa respirare la vita a ogni istante.
Le cure vanno avanti con coraggio e fede, quattro anni e tre mesi di lotta tra alti e bassi fino al tragico epilogo, il 6 maggio 2018, quando Giulia è volata in cielo.
Ma prima di morire ci ha chiesto di realizzare un suo desiderio molto importante, un sogno: donare tutte le sue cose ai bambini meno fortunati di lei.
E il sogno di Giulia è diventato realtà nel 2018. In un piccolo locale, a Cagliari, abbiamo iniziato ad aiutare tanti bambini donando vestiti, giochi e tante altre cose, prima le sue e poi quelle di chi le donava a noi perché a nostra volta potessimo donarle a chi ne aveva bisogno.
Il sogno è realizzato, una promessa fatta ad una bambina speciale ci ha cambiato la vita, ci ha resi migliori. Giulia nei suoi 10 anni di vita ci ha allenato a fare del bene e da lì abbiamo vissuto a colori, come lei voleva, trasformando il dolore in amore verso Giovanni e tutti gli altri bambini. La nostra vita continua, non siamo tristi perché Giulia ci ha lasciato con tanta serenità nel cuore, tanta fede e voglia di aiutare i bambini, aiutare chi non ce la fa, come lei diceva sempre.
Grazie di cuore Eleonora, Alfio e Giovanni per averci donato la vostra testimonianza, per trasformare in vita per tanti un’esperienza che invece avrebbe potuto lasciarvi solo l’amarezza di aver perso una figlia troppo presto.
Se vuoi sapere di più del movimento di amore e solidarietà messo in moto da Giulia e dal suo sogno puoi andare in via Baronia 13 a Cagliari oppure visitare la pagina Facebook Il sogno di Giulia.