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Vorrei lasciare il mondo meglio di come l’ho trovato

Carlo e Stefania sono una coppia di amici della Comunità che hanno preso a cuore la cura del creato e il rispetto per ogni persona, così tanto da adottare un nuovo stile di vita. Chiediamo loro che ci aiutino a conoscerli

La famiglia Ortalli al completo

Carlo presentaci la tua famiglia.

In famiglia siamo in 5.  Io lavoro come impiegato in un call center, mia moglie Maria Stefania è medico. Abbiamo 3 piccole meraviglie: Sofia di 6 anni, Gioia di 4 e Giosuè di 2.  Quello che caratterizza la nostra famiglia credo sia la spiccata tendenza alla creatività!


Dove e quando nasce il tuo amore per la natura?

Il mio amore per l’ambiente arriva da molto lontano. Ricordo molto chiaramente quando, da bambino, impiegavo molto del mio tempo ad osservare piccoli insetti o a cercare di capire dove i passeri facessero il nido.  Mi piaceva stare arrampicato per ore sugli alberi del mio giardino oppure sdraiato a faccia in su ad osservare le loro fronde.  Inutile dire che in Tv il mio programma preferito era superquark!! Per fortuna, crescendo non ho mai perso questo sguardo di stupore e ammirazione. Appena posso trascino tutta la famiglia sui sentieri in escursioni avventurose. Mia moglie dice che in mezzo ad un bosco sono felice come un bambino. Se c’è da camminare, sono in prima fila, forse, perché in fondo, sono anche un po’ figlio di quel papa (papa Giovanni Paolo II) che amava camminare sulle alte vette.

Il mio ambientalismo, oltre ad essere qualcosa d’innato, è anche frutto dell’incontro con persone che mi hanno aiutato a crescere nella consapevolezza che il creato non è solo qualcosa di cui godere, ma anche qualcosa da custodire e proteggere. In questo ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale un sacerdote di formazione scout proveniente dalla Puglia. Lui mi ha insegnato la famosa regola scout: “Lascia questo mondo un po’ meglio di come l’hai trovato”.


Sappiamo che fai parte del gruppo coppie della Comunità Missionaria di Villaregia, in che modo il cammino che essa vi ha offerto ha contribuito ad alimentare questa sensibilità?

L’incontro con la Comunità ha ampliato ancora di più la mia idea di ecologia. Ho imparato che custodire e tutelare la natura non vuol dire solo “non buttare rifiuti di ogni genere in mezzo a un bosco” ma vuol dire modificare completamente il mio stile di vita! Non posso amare la natura e dimenticarmi del povero! Anche perché le due cose sono strettamente connesse l’una all’altra. Il modo in cui vivo e consumo ha un impatto ambientale che a sua volta ricade inevitabilmente sui più deboli. Fare scelte ecosostenibili per me trova fondamento nell’amore per i più poveri che sono le prime vittime del consumismo dei paesi ricchi e quindi anche del mio personale modo di essere consumatore.

Consumare più di quello di cui ho bisogno non è semplicemente sfruttare inutilmente le risorse del pianeta, ma è prima di tutto appropriarmi di qualcosa che spetta ad altri che non hanno di che vivere.  Questo sguardo missionario mi ha portato ad una analisi critica della società in cui vivo e quindi anche del mio comportamento di consumatore nel rispetto dell’ambiente e dei diritti del lavoratore.

E poi è arrivato papa Francesco, che con la sua Enciclica Laudato Si mi ha confermato che la questione ambientale è un problema che ogni cristiano deve necessariamente porsi perché crede in un Dio che è creatore del cielo, della terra e di tutte le cose! Ma mi ha anche confermato che non posso essere un paladino della lotta alla tutela degli ecosistemi se non imparo prima di tutto il rispetto per la vita dell’essere umano.


Com’è cambiato il vostro stile di vita a partire da queste nuova coscienza del creato e dell’uomo?

Negli anni, ho maturato delle scelte, che poi sono necessariamente entrate nello stile di vita della mia famiglia e che sono state completamente accolte dalla mia sposa! Con l’arrivo dei figli, una delle scelte che ha destato più scalpore tra amici e familiari, è stata quella dell’uso dei pannolini lavabili di ultima generazione. In tanti ci dicevano: “siete pazzi, è impossibile, cambierete idea” etc. Al terzo figlio non abbiamo minimamente cambiato idea anzi, più convinti di prima, cerchiamo di convincere gli altri a fare altrettanto.

Pannolini lavabili

Ridotto consumo di carne, plastica usa e getta bandita, uso di detersivi biodegradabili e alla spina, acquisto di prodotti agricoli biologici e a km zero oppure del commercio equo e solidale, uso di spugne vegetali come la luffa al posto di quelle artificiali. Il guardaroba è molto essenziale, anche indumenti già usati. La raccolta differenziata la sanno fare anche i bambini. Per noi è sempre meglio usare le gambe che l’auto, bimbi inclusi!


Quanto considerate importante condividere con altri queste cose in cui credete?

Siamo consapevoli che da soli non possiamo risolvere i problemi del mondo quindi non perdiamo mai l’occasione di dialogare su questi temi per far nascere negli altri questa sensibilità all’ambiente.

Per me non è solo un dovere, ne sento proprio l’esigenza interiore!  Per me diventa quasi un peccato di omissione!

Mi domando e domando agli altri: “Che mondo vuoi lasciare ai tuoi figli?”. Io vorrei lasciarlo un po’ meglio di come l’ho trovato”.

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Contatti

Comunità Missionaria di Villaregia

Via Irlanda, 64 – 09045 Quartu Sant’Elena (Ca)

Tel. 070/813130 – e-mail: info.qu@villaregia.org