Sì è da poco concluso il corso di sartoria e cucito a cui hanno preso parte 21 giovani donne detenute nel carcere regionale di Robe, in Etiopia
“Neanche a casa mia mi hanno mai trattato così, non ho mai avuto opportunità, neanche nella mia famiglia… non sono neanche andata a scuola”.
È così che si esprime R. e non smette più di ringraziare e di abbracciarci. Ha 16 anni ed è detenuta nel carcere di Robe. È una delle 21 ragazze che ha accolto la proposta di partecipare al corso di cucito che abbiamo organizzato in carcere, in collaborazione con le autorità penitenziarie.
Le ragazze, la maggior parte di età compresa tra i 15 e i 22 anni, hanno imparato ad usare le macchine da cucito manuali ed elettriche e a confezionare biancheria per la casa, tra cui copriletti, trapunte e centrini.
Il carcere ci ha messo a disposizione due stanze: una più ampia dove abbiamo allestito il laboratorio e uno spazio più piccolo che abbiamo adibito a deposito. Il laboratorio prevedeva un turno al mattino e un turno al pomeriggio… ma alcune delle ragazze, sempre più interessate, cercavano di frequentare i due turni.
Un laboratorio di creatività
Questa opportunità formativa si è arricchita di altri significati, ha voluto dire crescere nell’autostima, nella fiducia in sé stesse, nella disciplina e, inoltre, coltivare il gusto per la bellezza… ammirando i manufatti che pian piano confezionavano potevano cogliere la loro stessa bellezza.
Il maestro del corso, un artista della zona, è stato un punto di riferimento importate e una grande risorsa perché tutto potesse funzionare al meglio. Ha accompagnato le ragazze con affetto e delicatezza: in occasione della Festa della Donna, che si festeggia anche qui, ha preparato una composizione di fiori per omaggiare le ragazze e abbellire il laboratorio.
I sei mesi di corso (da febbraio fino allo scorso agosto) sono stati coronati da una celebrazione conclusiva, a cui sono state invitate anche alcune autorità pubbliche; le ragazze hanno ottenuto un diploma di partecipazione emesso dall’ufficio dell’istruzione che potrà essere una risorsa per reinserirsi nel mondo del lavoro, una volta scontata la pena.
È proprio questo che ci auguriamo… che possa essere più facile trovare lavoro un domani, anche perché potranno guardare al futuro con speranza, più sicure di sé stesse e delle loro capacità.
Le ragazze, al termine del corso, non finivano di ringraziare e di esprimere l’affetto ma la gratitudine è anche nostra per una tale esperienza di umanità e di speranza…