“Nulla anteporre all’amore di Cristo”! È per Lui che si lascia tutto. È per amore suo che ci si dona con tutto se stessi, rinunciando a desideri naturali e legittimi
La Festa della Presentazione di Gesù al tempio cade febbraio: il 2 di questo mese, infatti, a 40 giorni dal Natale, si celebra l’episodio della presentazione del Signore al tempio: mentre vengono adempiuti i riti prescritti per ogni bambino e per ogni mamma ebrea dopo il parto, i profeti Simeone e Anna riconoscono in questo piccolino la salvezza di Dio, “preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.
Questo giorno è anche dedicato a celebrare la vita consacrata, nelle sue molteplici forme e nella sua essenza permanente.
Sono infatti svariate le modalità di concretizzazione nella storia e nello spazio della vita consacrata: dai monaci del deserto alle suore operaie, dagli eremiti agli ordini mendicanti, dalle monache di clausura agli istituti secolari immersi nella nostra quotidianità, dalle congregazioni dedite all’assistenza della gioventù ai missionari. E poi l’apostolato nelle scuole, negli ospedali, l’insegnamento della dottrina cristiana, il servizio ai poveri…
Che ricchezza per la Chiesa, quanti doni della misericordia del Padre per tutti noi! Fa parte della santità e della vita della Chiesa il grande numero di coloro che hanno dedicato la vita a seguire Gesù imitandone la vita, spesso sulle orme di santi fondatori o fondatrici: Francesco e Chiara, Ignazio di Loyola, Teresa d’Avila, Benedetto e Scolastica, Antonio abate, Domenico, Teresa di Calcutta, Vincenzo de’ Paoli, Angela Merici, e non basterebbero varie pagine per elencarli tutti.
Alla base di questa multiforme effervescenza, un solo desiderio, una ricerca comune. Quella che S. Benedetto pone come criterio di discernimento quando un giovane bussava alla porta dell’abbazia con il desiderio di diventare monaco. Benedetto scrive nella sua Regola che si dovrà vedere: “si revera Deum quaerit“: “se veramente cerca Dio”!
Ci vuole un grande e chiaro desiderio, che poi diventerà una scelta. Ancora Benedetto ci ricorda che questa scelta consiste in “nulla anteporre all’amore di Cristo”! È per Lui che si lascia tutto. È per amore suo che ci si dona con tutto se stessi, rinunciando a desideri naturali e legittimi: avere una famiglia (voto di castità); avere dei beni propri (voto di povertà); determinarsi come si desidera nella propria vita (voto di obbedienza).
Un amore che coinvolge tutta la persona, il proprio futuro e tutto ciò che si può “mettere in gioco”…
Invochiamo lo Spirito Santo sulle consacrate e i consacrati, perché sia sempre così: che “veramente cerchino Dio”, sempre!
p. Valerio D’Eliseo