Gemma è una giovane del gruppo GimVi della Comunità di Porto Viro, che ha vissuto 8 mesi nella Comunità di Texcoco. Ecco il suo racconto al ritorno da questa esperienza
Sono appena rientrata dalla missione in Messico dopo un periodo di volontariato iniziato lo scorso novembre. In realtà, devo dire che questa esperienza è iniziata nell’estate 2023 quando un amico, Giovanni, mi ha detto: “Vado in Messico, vuoi venire con me?”.
In quel momento ho detto il primo Sì a Dio e alla missione. Sono andata a Texcoco per tre settimane e, tornando in Italia, ho pensato a quanto mi sentivo bene in missione, a quanto dovevo ancora imparare su di me, a quanto desideravo mettermi alla prova in un Paese lontano, parlando una lingua diversa, conoscendo una nuova cultura. Ho chiesto un permesso al lavoro e aiuto alla Comunità. Sono arrivata, di nuovo qui, accolta in questa nuova famiglia, il 31 ottobre 2023.
È difficile esprimere cosa sia la missione per me. Cosa significa lasciare la mia casa, i miei comfort, la mia sicurezza? Partire, per me, significa ricominciare, preparare valigie piene di amore e nostalgia e arrivare in un nuovo luogo, pronta a vivere ciò che Dio ha pensato per me.
Missione, per me, significa lasciare la mia famiglia, i miei amici, il mio lavoro, la mia macchina, la mia casa e arrivare in una nuova Comunità, imparando a vivere di Provvidenza e a essere Provvidenza.
Missione è incontrare i poveri, i malati, gli anziani, i bambini e donare loro il mio tempo, il mio servizio, la mia vita.
Missione è vedere Gesù accanto a me, ogni volta che faccio qualcosa di semplice, ogni volta che mi dono con tutto ciò che ho, ogni volta che guardo occhi umidi, ogni volta che un sacerdote spezza il pane e benedice il calice.
L’ho imparato alla fine della mia esperienza, ma missione è lasciarsi amare da Dio e ascoltarlo; sicuramente non ho ancora sentito la voce di Dio, ho ancora molto da imparare per ascoltare le Sue parole, ma posso vederlo nel cammino fatto, nelle esperienze vissute, negli amici incontrati, in ogni bambino e in ogni bambina, in ogni povero, in ogni malato che ho conosciuto.
L’ho visto in una bambina della missione che mi ha scelto come suo regalo di Natale, l’ho visto in Juan, adolescente che, nella missione di Settimana Santa, si è avvicinato e ha pregato insieme ai suoi amici, l’ho visto in Amelia che mi ha insegnato a pregare, l’ho visto nei missionari e nelle missionarie che ogni giorno hanno accettato la mia presenza rumorosa, l’ho visto in M. e nella sua preoccupazione per la mia malattia.
Missione è accettare una malattia e, insieme ad essa, volare dall’altra parte del mondo con valigie piene di medicinali. Missione è servizio, dedizione, donare la vita agli a
Missione è difficoltà. La missione è fatta di tante cose belle, ma, a volte, è affrontare problemi che a casa mia non avevo, o solitudini che non sempre sono riuscita a capire.
Torno in Italia con il cuore pieno di amore e di amicizia, con una nuova consapevolezza di Dio, con la speranza di poter sempre vivere questo desiderio missionario.
“No, non si può spiegare l’amore; l’unico modo è amare. Le mie due monete sono i miei occhi, con i quali riderò; la mia bocca, con la quale canterò; le mie gambe, con le quali ballerò; le mie mani, con le quali accarezzerò. Il mio posto è dove c’è bisogno dell’amore che sento dentro e, se io sono ciò che sento, allora il mio posto è ovunque”
A. Zappalà