La testimonianza di Eileen ci porta a conoscere alcune delle tante persone che dormono sotto i portici di Bologna, a intravederne i volti e ascoltarne le voci, una notte come tante, anche se è Natale.
Sono appena state spente le luci dei negozi per le strade di Bologna. Anche questo Natale è sfavillante, nonostante i rincari dell’energia. E nonostante la crisi economica la corsa ai regali è appena terminata per le vie del centro.
Sono le sette di sera della vigilia di Natale e come siamo soliti fare da un paio di anni a questa parte, ogni quindici giorni, con i missionari di Villaregia al sabato sera cominciamo il nostro servizio di strada: portiamo un the caldo, qualcosa da mangiare, una coperta alle persone che non hanno casa e dormono per la strada. Per questa occasione speciale abbiamo anche qualche pacchettino regalo (guanti, berrette o calze) con un biglietto di auguri scritto a mano dai bambini del catechismo appositamente per questi amici che chiamiamo “senzatetto”.
Alle 21 andremo tutti in stazione dei treni a celebrare la messa con il cardinale Zuppi, una messa diversa in un luogo di passaggio, dove in tanti stazionano perché trovano un luogo caldo e quasi ospitale, dove passare inosservati tra i tanti viandanti che entrano ed escono a tutte le ore del giorno e della notte.
Ma per noi questa sera il vero Natale comincia qui: bussare alla “porta” di Pietro e di Tommaso che da quando è iniziato il freddo hanno aperto una piccola tenda sul viale della Stazione e ci stanno dentro per sentire meno il rumore della strada e dormire un po’ meglio. Pietro ha 72 anni, ci accoglie sempre ringraziandoci per quello che facciamo e riceve quello che portiamo sempre con un grazie.
“È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano”
Poco più avanti incontriamo molti altri amici che preferiscono dormire in gruppo, per sentirsi meno soli e un po’ più protetti dalla strada. Questa sera tutti hanno già coperte e sacco a pelo, qualcuno già sta dormendo.
Rispetto a qualche sabato fa sono in meno, in diversi sono stati accolti nei diversi dormitori in città e in più per questa Santa notte è stata addirittura offerta una stanza d’albergo per dare un momento di ristoro e di calore a chi, per motivi e ragioni varie, non ha trovato posto in dormitorio.
Però incontriamo anche qualche volto nuovo: Abdel è appena arrivato da Venezia, ha 19 anni e proviene dal Ghana. Ci racconta che è arrivato in Italia col barcone da minorenne, 4 anni fa, ma che non vede la sua mamma da 8 anni. In Italia è stato in un centro di accoglienza per minori in Sicilia, a Caltagirone, e poi si è spostato e ha trovato lavoro al Nord. Però ora vuole vivere a Bologna, perché cercando su “Google” ha scoperto che è la città dove si vive meglio, se sei uno straniero. Per curiosità ho provato subito a fare la ricerca e Bologna compare come prima della lista per accoglienza e servizi di cura dei migranti.
Abdel non vuole il panino né il the, ci dice che vorrebbe solo trovare una casa, una stanza, che potrebbe pagarla perché a Venezia stava lavorando, ma non ha amici in città e non sa come fare. Si è subito scontrato con la realtà di una città che appare nella rete molto meglio di quello che poi può offrire realmente. Abbiamo provato insieme a contattare l’Help Center ma dovrà attendere almeno domani per avere una risposta e un aiuto.
” È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. “
Vicino ad Abdel c’è John della Nigeria: lui si è sistemato un piccolo spazio in cui, ogni volta che arriviamo lo troviamo a guardare la TV sul cellulare, un po’ incurante delle nostre domande e del nostro passaggio, però ci saluta e accetta quello che abbiamo da offrire, poi si richiude nel suo angolo.
Ancora poco più in là troviamo Moudou del Sengal arrivato a Bologna da una settimana, sta aspettando i documenti, Sidibe della Costa d’Avorio sta cercando lavoro e Dokou del Senegal ha i documenti in regola, il lavoro, ma non trova un alloggio. Lavora di notte, quindi non può stare nel dormitorio dove di giorno bisogna uscire: avrà due giorni di riposo per queste feste natalizie e andrà un po’ in giro a cercare casa.
” È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. “
Infine incontriamo Kalifa della Tunisia: è venuto a Bologna per presentarsi in tribunale perché ha ricevuto una lettera, ma il giorno dell’udienza davanti ai giudici è stato mandato via perché senza un avvocato, almeno cosi ha capito lui. Ci mostra la lettera e gli consigliamo di rivolgersi ad Avvocato di strada per capire cosa sia successo. Dice che ha due bambini in Tunisia e che ha bisogno di lavorare per mandare i soldi a casa.
“È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. “
Ci dirigiamo verso la stazione. Nel piazzale Medaglie d’Oro, dove solitamente ci aspettano diversi Amici “di strada”, quelli che trascorrono le notti girando sui bus, questa sera non c’è nessuno di loro. Ci sono solo due ragazzi che ci chiedono qualcosa da mangiare: Mosè e Mouhamad del Marocco.
Sono giovanissimi, diventati maggiorenni da poco. Dormono ai Giardini Margherita, hanno già preso il panino a porta Castiglione dove un altro gruppo di volontari è già passato. Mosè, che parla bene l’italiano, ci spiega che viene dalla Spagna e che ha fatto tanti sbagli quando era minorenne e per questo ora si trova a Bologna, per ricominciare.
“È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.”
Accettano di seguirci per la celebrazione del Natale dentro la stazione, così ci dirigiamo insieme verso i binari dell’alta velocità per la messa.
“È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.”
Che bella la celebrazione, bello ritrovarsi insieme in questo spazio di passaggio, dove tra una chiamata all’altoparlante e l’altra il messaggio del Vangelo passa solo in sottofondo.
Ma l’urgenza di oggi è proprio questa: uscire dalla nostra confort-zone, uscire dalle nostre cattedrali, aprire e spalancare le porte (e i porti!!!) a chi ha più bisogno di attenzione, altrimenti il nostro credo, il nostro essere cristiani è solo un’etichetta senza senso, le nostre messe senza il servizio agli altri sono solo celebrazioni sterili, un timbro su un cartellino: “fatto”.
Un sincero augurio di buon Natale a tutti!
Che questo Natale sia veramente una rinascita per tutti, per noi, per le nostre famiglie e per le nostre comunità, per la nostra grande Chiesa, soprattutto per i nostri amici di strada.
Eileen (Laici Missionari Comboniani)