La Comunità Missionaria di Villaregia, il Centro Missionario Diocesano con la Caritas di Chioggia, hanno proposto la “Sosta di Quaresima”
La Comunità Missionaria di Villaregia, con il Centro Missionario Diocesano e la Caritas della diocesi di
Chioggia, sabato 2 aprile hanno proposto l’ormai tradizionale “Sosta di Quaresima”:
un’occasione per fermarsi, fare una sosta nel quotidiano, stare con se stessi, con altri e con il crocifisso che ci dona speranza e pace.
Abbiamo iniziato l’incontro chiedendoci “che cosa mi muove?” per prendere consapevolezza del motivo
per cui avevamo accolto l’invito; varie le risposte condivise: il desiderio di incontrarci tra noi e con Dio,
pregare insieme, prepararci alla Pasqua, cercare luce in un momento di dolore…
Abbiamo poi invocato lo Spirito Santo; benché – come sappiamo – sia presente in noi fin dal nostro battesimo, desideriamo invocarlo ancora, perché è Lui a plasmare i nostri cuori e a metterci in relazione con Dio Trinità.
Accompagnati dalla missionaria Patrizia Rigato, abbiamo meditato un passo della Prima Lettera di Giovanni (1Gv 4,7-16): “Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui… come vittima di espiazione per i nostri peccati”.
L’amore proviene da Dio e unisce a Dio. Quando entriamo nell’amore, entriamo nella vita di Dio; amare è
farci rigenerare da Dio. La vita di cui Giovanni parla è una vita piena ed eterna. La morte in croce di Gesù è
l’espressione massima dell’amore di Dio per ciascuno di noi, che vince ogni paura, anche la paura della
morte. Tutto è già stato perdonato, possiamo vivere con Cristo in Dio come creature nuove, redente,
liberate e, se rimaniamo nell’amore, possiamo portare questa grazia intorno a noi. Guardare il Crocifisso ci
aiuta a comprendere che cosa significa che Cristo ha dato la vita per ciascuno e ci permette di rimanere
nell’amore.
Al termine di questa riflessione ci è stata “regalata” mezz’ora di silenzio per cominciare a sperimentare la
grazia che viene dal contemplare il crocifisso, aiutati anche dalla lettura personale di un passo della Prima
lettera di Pietro (1Pt 2,21-25) e da alcuni spunti di riflessione. Al termine, Patrizia ci ha invitati a condividere in piccoli gruppi l’esperienza vissuta, ascoltando in silenzio la condivisione dei fratelli e accogliendola come un dono prezioso da custodire.
Abbiamo poi potuto scrivere un peso o un peccato che desideriamo consegnare a Gesù e deporlo in silenzio ai piedi del Crocifisso.

Infine abbiamo concluso quest’ultimo momento allargando la preghiera al di là di noi, ricordando i tanti “crocifissi” del mondo: le vittime della guerra e i rifugiati, i bambini soldato e i bambini sfruttati, chi soffre per fame e analfabetismo, i malati e i carcerati, le famiglie ferite e divise… e presentando tutti a Dio abbiamo concluso con un canto di speranza:
“Semina la pace e tu vedrai che la tua speranza rivivrà;
spine tra le mani piangerai, ma un mondo nuovo nascerà.
Sì, nascerà il mondo della pace, di guerra non si parlerà mai più;
la pace è un dono che la vita ci darà, un sogno che si avvererà”.
Arianna Scremin, volontaria della Comunità Missionaria di Villaregia