
Evangelizzare come infermiera è la mia passione, l’esperienza che vivo quotidianamente dal 1990, quando mi sono diplomata in infermieristica e ho iniziato a lavorare presso l’ospedale di Portogruaro, città dove vivo.
Dal 2000 faccio parte della Comunità come missionaria nel mondo. Ho capito di essere chiamata a questa vita di consacrazione dopo un cammino nel gruppo missionario giovani di Pordenone e nel discernimento vissuto tramite l’accompagnamento di un fratello sacerdote della comunità.
Inviata agli altri
Attraverso diversi segni percepivo che Dio mi chiedeva di non lasciare il mio lavoro. Uno di questi l’ho vissuto durante la Giornata Mondiale dei Giovani di Roma: mentre gli altri ragazzi partecipavano alla messa col Papa, io mi sono ritrovata ad assistere un via vai di ragazzi che accorrevano alla tenda di primo soccorso colti da vari malori… ed ero felice del servire così! E questo è stato solo l’inizio… mi sento inviata ai miei amici, colleghi, familiari, vicini, come uno strumento della tenerezza di Dio, una presenza amica che si affianca nel cammino, che accoglie.
Incontro spesso persone che non cercano un luogo spirituale ma un incontro, qualcuno che dia loro ascolto (anche in nome di Dio, pur se alcuni non ne sono pienamente consapevoli) che li accompagni nella tappa della vita che stanno percorrendo.

Un gancio in mezzo al cielo
“Strada facendo – canta Claudio Baglioni in uno dei suoi brani più famosi – sentirai che non sei più da solo, strada facendo troverai un gancio in mezzo al cielo e sentirai la strada far battere il tuo cuore e vedrai più amore, vedrai…”. Sono parole che esprimono anche la mia vocazione: essere, per chi è solo, un “gancio” con Dio, disponibile sempre. Per stato di vita, questo “gancio”, diventa alla portata di tutti, nella ferialità, perché è lì: basta che ti agganci, che ti connetti, che chiami, lo trovi per strada sul tuo cammino… sulla via che percorri tutti i giorni. Non bisogna aspettare l’incontro successivo del gruppo comunitario o parrocchiale o un appuntamento ben specifico.
Ho in mente quanto vissuto con una mia collega: l’avevo invitata a partecipare ad un weekend di spiritualità e non aveva accettato. Qualche giorno dopo ero davanti all’Eucaristia in Chiesa e mentre era in corso la confessione. L’ho chiamata per invitarla, per lei è stato un incontro con Dio importante: è tornata a casa piena di gioia e di forza per incominciare una nuova vita sostenuta dalla mia amicizia.
Verso i poveri
Vi è poi l’incontro con chi vive problemi dolorosi: crisi coniugali, alcolismo, anoressia, disabilità fisiche e mentali e il rapporto con i poveri, con chi è giunto da altri Paesi attraversando l’oceano. Penso ai 52 fratelli arrivati nel mio paese due estati fa da Mali, Nigeria, India: ascoltare le loro storie, insegnargli qualche parola d’italiano, mangiare insieme una pizza… è stato bellissimo!
Ecco come vivo la mia vita missionaria, felice della scelta di consacrazione a Dio che mi permette di costruire rapporti di amicizia belli e fraterni, appartenendo a una comunità dove si cammina insieme, si è famiglia, dove l’amore si dilata fino ai confini del mondo. Noi missionarie nel mondo la arricchiamo con la nostra specificità, col desiderio di essere sempre più questi ganci sparsi nel mondo, ognuna con la sua unicità, il suo contesto culturale, sociale dove agire in nome di Dio con un cuore che fa famiglia con l’umanità.