Dalla scoperta del sepolcro vuoto, segno della presenza viva del Risorto, alla missione di pace nel mondo: come vivere la risurrezione ogni giorno
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi».
Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo;
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Gv 20, 19-23
Cosa era successo quel giorno?
Maria Maddalena si recò al sepolcro di Gesù e vide che la pietra era stata rimossa dall’ingresso. Corse a informare gli altri discepoli, annunciando loro la sparizione del Signore. Pietro e l’altro discepolo, quello che Gesù amava, corsero al sepolcro e confermarono ciò che Maria aveva detto. Dopo aver visto e creduto, i due discepoli si allontanarono.
Maria Maddalena rimase sola al sepolcro e, mentre piangeva, si chinò a guardare dentro. Vide due angeli vestiti di bianco seduti dove il corpo di Gesù era stato deposto. Le chiesero perché piangesse e lei rispose dicendo che qualcuno aveva portato via il corpo del suo Signore. In quel momento, si voltò e lo vide, ma non lo riconobbe subito. Gesù le chiese perché piangeva e chi cercava, e Maria, pensando che fosse il custode del giardino, chiese se lui avesse portato via il corpo del suo Signore. Quando Gesù la chiamò per nome, Maria improvvisamente lo riconobbe e lo chiamò “Rabbunì”, Maestro. Gesù le chiese di non trattenerlo, perché non era ancora salito al Padre. Maria andò quindi a riferire agli altri discepoli di aver visto il Signore risorto.
La sera di quello stesso giorno, Gesù risorto si presentò nel luogo dove si trovavano i discepoli, le porte chiuse per timore dei Giudei, e li salutò con queste parole: “Pace a voi!”. Questo saluto, rivolto a cuori spaventati per la paura della persecuzione e della violenza, era un invito a uscire, a diffondere il messaggio del Vangelo in tutto il mondo.
La Pentecoste è nata proprio da questo invito e dalla promessa dello Spirito Santo, portando nuovo respiro alla Chiesa di Dio.
La Buona Notizia, offerta dai discepoli e consegnata all’umanità, è che la morte non ha l’ultima parola. Il sepolcro vuoto è il segno tangibile della presenza viva del Risorto, che ha sconfitto il potere della morte e ha aperto le porte della vita eterna. I protagonisti della vita di Gesù diventano testimoni di questo epilogo sorprendente: Pietro, figura della Chiesa che scopre e vive la risurrezione; il discepolo amato, simbolo di tutti coloro che seguono da vicino il Signore; Maria Maddalena, rappresentazione dell’umanità redenta e innamorata del suo Signore; gli angeli, messaggeri della Risurrezione; il Risorto in persona!
Inviati per la pace
Oggi, mai come prima, questa Parola si rivela attuale e urgente. Il mondo ha bisogno della pace che Cristo ha inaugurato, e la paura può cedere il passo alla speranza di una vita piena e risorta. I conflitti non devono spegnere la fiamma di vita che arde nel cuore degli uomini. Sebbene i popoli siano pronti e desiderosi di vivere la pace, gli interessi dei potenti continuano a far sì che nel mondo persista lo spettro della violenza e della paura, provocando un vero e proprio “olocausto silenzioso degli innocenti”.
Come cristiani, siamo chiamati a una svolta, proprio come i discepoli dopo la Risurrezione di Gesù. Viviamo e proponiamo la pace intorno a noi, astenendoci dall’alimentare violenza e paura. Nel mondo, ci sono interi popoli che sopportano e pagano in prima persona il costo della violenza, ma nel loro cuore conservano il sogno della pace e della convivenza pacifica e onesta con gli altri popoli. Il mondo ha bisogno di ascolto, di rispetto per le differenze, di pari dignità e opportunità, di cibo per tutti, acqua accessibile, cure mediche, e, non da ultimo, di amore vero. L’invito di Gesù vale per tutti, al di là delle religioni, delle correnti politiche, delle tradizioni e della cultura.
In questo costante affacciarsi al sepolcro della nostra esistenza, possiamo fare esperienza di Dio: Pietro e Giovanni vedono i teli che hanno avvolto il corpo del Signore. Giovanni non entra subito, lo farà dopo Pietro. Entrando, Giovanni ottiene la visione e la fede. Maria Maddalena, in un gesto di fedeltà infinita, rimane vicina al sepolcro, incapace di allontanarsi perché il suo cuore non smette di cercare il suo Signore.
Oggi più che mai, questo è un invito a guardare oltre la pietra rimossa e a riconoscere la presenza viva del Risorto nel nostro quotidiano.
Che il messaggio di pace e di speranza, inaugurato nella Risurrezione, possa irradiarsi attraverso i nostri gesti e le nostre parole, superando ogni barriera di paura e diffondendo la luce di una vita risorta in ogni angolo del nostro mondo, come una benedizione eterna che continua a riverberare nei secoli.
P. Mauro Draghi
Spiritualità
Oltre la pietra rimossa
Dalla scoperta del sepolcro vuoto, segno della presenza viva del Risorto, alla missione di pace nel mondo: come vivere la risurrezione ogni giorno
Gv 20, 19-23
Cosa era successo quel giorno?
Maria Maddalena si recò al sepolcro di Gesù e vide che la pietra era stata rimossa dall’ingresso. Corse a informare gli altri discepoli, annunciando loro la sparizione del Signore. Pietro e l’altro discepolo, quello che Gesù amava, corsero al sepolcro e confermarono ciò che Maria aveva detto. Dopo aver visto e creduto, i due discepoli si allontanarono.
Maria Maddalena rimase sola al sepolcro e, mentre piangeva, si chinò a guardare dentro. Vide due angeli vestiti di bianco seduti dove il corpo di Gesù era stato deposto. Le chiesero perché piangesse e lei rispose dicendo che qualcuno aveva portato via il corpo del suo Signore. In quel momento, si voltò e lo vide, ma non lo riconobbe subito. Gesù le chiese perché piangeva e chi cercava, e Maria, pensando che fosse il custode del giardino, chiese se lui avesse portato via il corpo del suo Signore. Quando Gesù la chiamò per nome, Maria improvvisamente lo riconobbe e lo chiamò “Rabbunì”, Maestro. Gesù le chiese di non trattenerlo, perché non era ancora salito al Padre. Maria andò quindi a riferire agli altri discepoli di aver visto il Signore risorto.
La sera di quello stesso giorno, Gesù risorto si presentò nel luogo dove si trovavano i discepoli, le porte chiuse per timore dei Giudei, e li salutò con queste parole: “Pace a voi!”. Questo saluto, rivolto a cuori spaventati per la paura della persecuzione e della violenza, era un invito a uscire, a diffondere il messaggio del Vangelo in tutto il mondo.
La Pentecoste è nata proprio da questo invito e dalla promessa dello Spirito Santo, portando nuovo respiro alla Chiesa di Dio.
La Buona Notizia, offerta dai discepoli e consegnata all’umanità, è che la morte non ha l’ultima parola. Il sepolcro vuoto è il segno tangibile della presenza viva del Risorto, che ha sconfitto il potere della morte e ha aperto le porte della vita eterna. I protagonisti della vita di Gesù diventano testimoni di questo epilogo sorprendente: Pietro, figura della Chiesa che scopre e vive la risurrezione; il discepolo amato, simbolo di tutti coloro che seguono da vicino il Signore; Maria Maddalena, rappresentazione dell’umanità redenta e innamorata del suo Signore; gli angeli, messaggeri della Risurrezione; il Risorto in persona!
Inviati per la pace
Oggi, mai come prima, questa Parola si rivela attuale e urgente. Il mondo ha bisogno della pace che Cristo ha inaugurato, e la paura può cedere il passo alla speranza di una vita piena e risorta. I conflitti non devono spegnere la fiamma di vita che arde nel cuore degli uomini. Sebbene i popoli siano pronti e desiderosi di vivere la pace, gli interessi dei potenti continuano a far sì che nel mondo persista lo spettro della violenza e della paura, provocando un vero e proprio “olocausto silenzioso degli innocenti”.
Come cristiani, siamo chiamati a una svolta, proprio come i discepoli dopo la Risurrezione di Gesù. Viviamo e proponiamo la pace intorno a noi, astenendoci dall’alimentare violenza e paura. Nel mondo, ci sono interi popoli che sopportano e pagano in prima persona il costo della violenza, ma nel loro cuore conservano il sogno della pace e della convivenza pacifica e onesta con gli altri popoli. Il mondo ha bisogno di ascolto, di rispetto per le differenze, di pari dignità e opportunità, di cibo per tutti, acqua accessibile, cure mediche, e, non da ultimo, di amore vero. L’invito di Gesù vale per tutti, al di là delle religioni, delle correnti politiche, delle tradizioni e della cultura.
In questo costante affacciarsi al sepolcro della nostra esistenza, possiamo fare esperienza di Dio: Pietro e Giovanni vedono i teli che hanno avvolto il corpo del Signore. Giovanni non entra subito, lo farà dopo Pietro. Entrando, Giovanni ottiene la visione e la fede. Maria Maddalena, in un gesto di fedeltà infinita, rimane vicina al sepolcro, incapace di allontanarsi perché il suo cuore non smette di cercare il suo Signore.
Oggi più che mai, questo è un invito a guardare oltre la pietra rimossa e a riconoscere la presenza viva del Risorto nel nostro quotidiano.
Che il messaggio di pace e di speranza, inaugurato nella Risurrezione, possa irradiarsi attraverso i nostri gesti e le nostre parole, superando ogni barriera di paura e diffondendo la luce di una vita risorta in ogni angolo del nostro mondo, come una benedizione eterna che continua a riverberare nei secoli.
P. Mauro Draghi
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