Nella lingua Oromo, tra le centinaia di espressioni significative, vi è quella che raccomanda di “namumma kabajuuf”… di “onorare l’umanità”.
In un contesto dove l’annuncio esplicito del Vangelo non è facile, onorare l’umanità attraverso azioni di sviluppo umano integrale diventa la via maestra per rendere visibile l’amore di Dio.
Quello che offende la dignità della persona umana, di conseguenza, provoca noi missionari all’azione e l’impegno generoso per gli ultimi.
I progetti sociali attivi
Le quattro azioni presentate qui sotto non sono “compartimenti stagni”, ma progettualità con denominatori comuni, spazi di intersezione e collaborazione mutua, agenti e operatori che lavorano contemporaneamente su più azioni.
L’attenzione alle povertà della strada
Non si tratta di un’azione pianificata con cura, ma di uno stile. Sin dagli inizi si è scelto di dedicare del tempo per strada consapevoli che… se ti metti per strada, Dio fa sempre accadere qualcosa.
I primi mesi per strada hanno aperto i nostri occhi alle povertà della città di Robe. L’impegno di default è la prossimità, far sentire importanti le persone che per strada ci vivono, chiedere il nome… poi se in alcuni casi è possibile avviare processi di riscatto, ben venga!
Sulla strada abbiamo, ad esempio, incontrato persone senza dimora che abbiamo aiutato a raggiungere la famiglia o ad accedere alla struttura di accoglienza delle Suore di Madre Teresa, a 10 km da Robe. Con le suore vi è una stretta collaborazione.
Un altro incontro importante sulla strada è stato quello dei ragazzi di strada. Hanno tra i 9 e i 16 anni e, per diverse ragioni, hanno lasciato la famiglia per trovare rifugio e “vita migliore” per strada.
Dal primo incontro ad oggi sono nate due iniziative. La collaborazione con una Scuola privata della città che ha adibito uno spazio all’accoglienza di 15 ragazzi.
L’attività settimanale “mucche e patate” nei pressi della stalla della missione di Robe (attività di autosostentamento dei missionari) dove accogliamo tra i 20 e i 30 ragazzi per un pomeriggio di amicizia, sport, igiene personale e un pasto insieme… all’inizio mangiavamo sempre patate (da lì il nome dell’attività), ma adesso il menù è più vario!
Le azioni di empowerment femminile
Tra le persone con maggiori vulnerabilità nell’area di nostra competenza, vi sono le donne. Dalle prime azioni in favore di alcune di loro, è nata una collaborazione importante con l’Ufficio della Donna e del Bambino della provincia di Robe.
In tale istanza, abbiamo riconosciuto un partner istituzionale in sintonia con le nostre linee d’azione a tal punto che, in ogni nuova area d’intervento, il primo punto di riferimento è sempre stato volutamente tale Ufficio. Questo nelle due provincie del West Bale (di cui Robe è capoluogo) dove abbiamo avviato dei progetti: Dinsho (a 34 km di distanza) e Goro (59 km). Altrettanto è stato fatto nelle tre province dell’East Bale dove, in misura diversa, abbiamo iniziato contatti e azioni: Gololcha (115 Km), Saweyna (200 Km) e Laga Hidhaa (260 Km).
Tra le azioni più significative e meglio strutturate fino ad ora, stiamo portando avanti un progetto di “Avvio di Attività Generatrici di Reddito” per 30 donne ogni anno. Molte richiedono un capitale di start-up per iniziare un commercio al mercato cittadino o un allevamento di capre o pecore. Si tratta di offrire non soluzioni immediate e non durature, ma gli strumenti per “riscattarsi… col sudore della fronte”.
L'impegno nel carcere regionale di Robe
Il nostro impegno sulle strade di Robe ha suscitato la stima delle istituzioni pubbliche della città. Ad esempio, il Tribunale regionale ci ha fatto appello per un supporto mirato alle circa 60 donne detenute nel Carcere Regionale di Robe. Con loro vi sono anche 26-28 bambini, figli delle detenute: queste, hanno la facoltà di portare con sé i figli fino ai 10 anni di vita.
È nato un impegno di amicizia: anzitutto era necessario costruire la fiducia. Il primo anno abbiamo visitato le donne e i bambini ogni 15 giorni, proponendo talvolta qualche attività ricreativa e offrendo loro – sporadicamente – qualche dono (specie prodotti d’igiene femminile).
Nel frattempo, si sono rafforzati i legami di collaborazione e stima con le autorità carceraria, permettendo uno step ulteriore: l’organizzazione di un corso di cucito per 30 donne detenute. Le autorità carcerarie hanno messo a nostra completa disposizione due ambienti: il primo per la sistemazione di 17 macchine da cucire manuali e 3 elettriche e il corso; il secondo per il deposito di materiale utile alla formazione.
L’esperienza è positiva e sorprendente: il valore aggiunto all’apprendimento di un mestiere per queste donne è realizzare che, mentre stanno scontando una pena per un reato, sono capaci di creare qualcosa di bello, con ago e filo.
Dato l’impatto positivo del primo corso, si prospettano per il 2025 due identici corsi e uno di falegnameria applicata alla realizzazione di scope per 120 detenuti.
Le azioni di tutela delle donne e delle popolazioni indigene nell’East Bale
Nel 2022, gruppi importanti di sfollati arrivavano alla Bus Station di Robe (capoluogo di regione del West Bale). Alcuni rimanevano nella città e altri, dopo pochi giorni, ripartivano per continuare il loro progetto migratorio altrove. Chiedemmo da dove scappassero e risposero dalla siccità dell’East Bale, regione limitrofa al West Bale, di cui Ginir è capoluogo di regione (a 106 km da Robe).
Siamo perciò andati a conoscere di persona tale realtà, particolarmente in una delle province più colpite dalla siccità: Saweyna. Date le necessità evidenti, abbiamo avviato visite e esplorazioni dell’area trimestrali, condividendo beni di prima necessità.
Durante un nostro viaggio a giugno 2023, l’Ufficio provinciale della Donna e del Bambino di Saweyna ci ha chiesto di collaborare con loro nel sensibilizzare circa pratiche tradizionali nocive molto diffuse nell’area: la mutilazione genitale femminile e il matrimonio precoce… un impegno che dura ancora oggi, estendendosi anche nelle province di Laga Hidhaa e Gololcha, permettendoci di lavorare nelle scuole secondarie e nei villaggi.
Nel 2024, 60 rappresentanti di 8 villaggi e 220 studentesse di una scuola secondaria sono state formate attorno a questi temi.