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Uscire per annunciare il vangelo

Come annunciare il Vangelo a chi non ne ha mai sentito parlare?
P. Mattia ci racconta l’esperienza dei giovani del gruppo missionario in uscita verso le periferie,
in un grande villaggio a 120 km da Abidjan

Sin dagli inizi della nostra presenza in Costa d’Avorio, abbiamo organizzato missioni di evangelizzazione nei quartieri della parrocchia che ci è stata affidata. Col passare degli anni il numero di cattolici è aumentato e le cappelle presenti sul territorio sono diventate a loro volta delle parrocchie. Ci siamo, quindi, orientati ad aiutare i sacerdoti delle zone rurali, cominciando da quelle più vicine fino a spingerci più lontano. I gruppi missionari (GimVI) dei giovani e degli adulti spesso si associano a queste attività.

Da qualche anno il GimVI giovani di Yopougon alterna il tradizionale campo di lavoro del mese di luglio con una missione d’evangelizzazione in una zona rurale: quest’anno il parroco di N’zianouan, don Henri Michel Boni, è stato ben felice di accoglierci nella sua parrocchia.

N’zianouan, il cui nome significa “nei pressi del fiume N’zi”, è un vasto villaggio della regione delle lagune, nel sud-est della Costa d’Avorio, diviso in due parti dall’autostrada che collega la capitale politica, Yamoussoukro, e la capitale economica, Abidjan. La presenza dell’acqua rende le terre circostanti molto fertili, agevolando l’attività agricola e attirando un flusso costante di migranti, molti dei quali braccianti.

In questo contesto l’annuncio del Vangelo è spesso un primissimo annuncio. Chi non è cristiano sa che esiste la Chiesa cattolica, i cui fedeli credono in un “certo Gesù”, ma spesso non sa nulla di Lui o ha delle idee confuse. Una delle attività della missione di evangelizzazione consiste nel passare di porta in porta, presentarsi e chiedere alle persone di pregare con noi o se noi possiamo fare una preghiera per loro.

La maggior parte di coloro che abbiamo incontrato sono musulmani o praticanti delle religioni tradizionali, ma ci hanno accolto, ascoltando volentieri chi voleva parlare di Dio e pregare insieme. I cristiani di altre confessioni, invece, si sono stupiti che anche i cattolici abbiano il coraggio di fare un “porta a porta” per parlare esplicitamente di Gesù.
Questo contatto con le famiglie ci ha permesso di invitare i bambini, i giovani e gli adulti alle attività organizzate specificamente per loro. Lo scopo di ogni missione di evangelizzazione, infatti, è aiutare le persone a incontrare Cristo e farne esperienza nella Chiesa, comunità dove sentirsi accolti.
È stato bellissimo vedere come i bambini hanno risposto all’invito, percorrendo in alcuni casi anche 2 chilometri a piedi per poter passare una mattinata o un pomeriggio alternativo. Anche gli adulti hanno ringraziato per l’iniziativa, per questa novità che abbiamo portato nel villaggio e soprattutto per non aver escluso nessuno.
Tra di noi ci siamo organizzati per seguire le differenti attività: chi era responsabile per i bambini, chi per i giovani, chi per i momenti di preghiera. Insomma, tutti eravamo in ballo! Anche i cinque italiani venuti in vista come volontari hanno svolto un ruolo attivo.
Un’esperienza forte è stata l’incontro con un’anziana vedova cieca, di confessione evangelica, che ci ha detto:

“poco importa a quale Chiesa appartenete, oggi attraverso di voi il Signore mi ha visitato e mi ha dato una parola di consolazione”.


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