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Affinché tutti abbiano da mangiare

Nella missione di Lima è nata una collaborazione tra la Comunità e l’Alto Commissariato o Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) per sostenere i comedores e le “ollas comunes” del quartiere in cui operiamo

Le notizie che ci giungono dalla comunità di Lima in questo mese di novembre sono particolarmente preoccupanti: il Paese sta affrontando un’emergenza sanitaria da difterite, che si aggiunge a quella legata alla pandemia, e una crisi politica che sta accrescendo lo scontento tra la popolazione, già fortemente colpita dalle ripercussioni socio-economiche provocate dalle misure di contenimento del Covid-19.

Risalgono a queste ultime settimane, infatti, le notizie di rimozione del presidente eletto Martín Vizcarra – accusato, nonostante la contrarietà di molti, di corruzione come i suoi predecessori – e le dimissioni del successore Manuel Merino, presidente del Parlamento, ritiratosi chiedendo «pace e unità per tutti i peruviani». Nel frattempo è già stato eletto un nuovo presidente, Francisco Sagasti, che, come racconta p. Antonio Urru, missionario nella nostra Comunità di Lima: «speriamo e preghiamo sia l’inizio di un tempo nuovo dove si mette al centro il bene comune!».

Secondo le stime, il Paese ha finora registrato uno dei più alti numeri di morti e infezioni da Coronavirus di tutto il continente sud-americano. A essere più colpiti sono stati proprio il quartiere in cui si trovano la Comunità, la parrocchia e il Policlinico La Trinidad, e le aree circostanti: i distretti di Santa María del Triunfo e San Juan de Miraflores.

Per rispondere al meglio all’emergenza epidemiologica, dopo l’iniziale chiusura del Policlinico La Trinidad – per permettere agli operatori sanitari di operare secondo protocolli di protezione e sicurezza – da giugno sono riprese di nuovo le attività sanitarie. Un servizio che, invece, non è mai venuto meno, neanche durante i primi mesi di diffusione del virus, è stato quello della farmacia: grazie alla dedizione delle due farmaciste (tra cui Lourdes, consacrata missionaria nel mondo della Comunità), l’approvvigionamento e la distribuzione di farmaci non sono mai stati interrotti, nonostante l’inflazione e l’aumento dei prezzi.

Come racconta p. Antonio, che svolge anche il ruolo di responsabile del Policlinico:

«in questa emergenza nell’emergenza, i più colpiti rimangono i più deboli e indifesi, le persone già vulnerabili che non dispongono di sufficienti e adeguati mezzi economici, coloro per i quali una banale malattia si trasforma in occasione di morte e la perdita del lavoro in un’emergenza drammatica per la sopravvivenza di sé e della propria famiglia. Da qui l’urgenza di assicurare un’assistenza sanitaria a basso costo, ma comunque di qualità, al Policlinico – anche grazie alle tante donazioni da parte della comunità parrocchiale locale e dei sostenitori italiani – e l’impegno a sostenere i comedores, o “ollas comunes vecinales”, cucine create e gestite da vicini di casa, da gruppi di famiglie che condividono quello che hanno, tempo e risorse per cucinare insieme».

Già prima della pandemia la Comunità era impegnata nella gestione di 3 comedores parrocchiali (presso le cappelle di Nuestra Señora de la Solidaridad, Maria Misionera, La Trinidad).

Con l’aggravarsi della situazione socio-economica, queste mense popolari e “pentole comuni” si sono moltiplicate, condividendo in semplicità e umiltà quel che riescono a raccogliere. Sono all’incirca 1.000 i pasti giornalieri che vengono preparati e distribuiti. Il costo di ciascun pasto è di 2 soles (50 centesimi di euro circa), tuttavia sono molte le famiglie che non riescono a pagare il pasto per ciascun membro, ma che possono comunque contare sulla solidarietà del vicinato o della Comunità, che ogni settimana garantisce a una decina di comedores e alle ollas vecinales i generi alimentari necessari per distribuire i pasti a centinaia di persone e a decine di famiglie.

La presenza costante e il buon operato della Comunità sono stati notati dall’Alto Commissariato o Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR, UNHCR in inglese), che ha apprezzato soprattutto la cura e la dedizione a favore degli immigrati venezuelani – che si stimano essere circa 1 milione in tutto il Perù – che la Comunità assicura da circa un paio di anni. Questa nuova collaborazione con l’UNHCR consentirà di meglio attrezzare il comedor centrale La Trinidad e assicurerà sostegno per l’approvvigionamento di generi alimentari e beni di prima necessità, che saranno distribuiti presso un salone del centro missionario alle persone e famiglie più svantaggiate.

Questi gesti di fraternità e solidarietà rappresentano un bellissimo segno di quella mano tesa a chi ha bisogno che non vogliamo rimanga un semplice slogan dell’ultima Giornata Mondiale dei Poveri, ma un esempio da imitare e moltiplicare!

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